mercoledì 12 giugno 2019

SanTi


La stagione estiva sembra essere finalmente cominciata, purtroppo però, a causa del maltempo di maggio - e dei conseguenti residui di neve in quota - tutti i programmi montani sono da rivedersi di volta in volta. Sia per gli amici escursionisti sia per il corso di alpinismo che sto frequentando.

Al momento, infatti, non abbiamo fatto una sola uscita che corrispondesse al programma iniziale.
E forse le 5 Torri - che avremmo dovuto arrampicare questa domenica e che era una delle mete che desideravo di più - non si riusciranno nemmeno a recuperare.
Questa domenica alla fine siamo tornati in Val Gallina per affrontare delle vie a più tiri, in cordata, e continuare ad impratichirci con l'arrampicata.


Dopo aver smistato allievi ed istruttori su tutte le pareti disponibili, io sono capitata con due istruttori, il mitico Gino, con cui ho un ottimo rapporto, ed il poledrico Genfry, che ammetto di non esser ancora riuscita a decifrare.
Lasciato che un primo terzetto arrivasse d attrezzare la prima sosta, abbiamo cominciato a salire anche noi.
Primo Genfry, poi io su una corda e subito dopo di me Gino, gentilmente armato di fotocamera ...
Il primo tiro, su roccia molto sporca a friabile, cercando di muovermi con leggerezza, tutto sommato non mi ha creato particolari difficoltà essendo un III+.
Arrivati alla sosta abbiamo dovuto aspettare il nostro turno in posizioni non proprio comode, mentre il primo gruppo si preparava a ripartire, poi dopo un laborioso cambio di primo di cordata, mi sono ritrovata ad affrontare alcuni metri di IV su un diedro particolarmente liscio e scivoloso, tanto da cadere rovinosamente addosso al mio povero istruttore un paio di volte prima di attrezzarmi, su suo suggerimento, con un cordino sul rinvio in modo da usarlo come staffa e poi, tra una spinta ed una tirata, aggrappandomi indegnamente sul rinvio successivo, sono riuscita ad uscirne.
Da qui mi sono trovata su una diagonale di minor difficoltà che sono riuscita a superare velocemente, quindi un ultimo scalino più duro che, anaspando ancora un po', mi ha fatto arrivare sul terrazzino della seconda sosta.
Mentre il sole e le scarpette cominciavano a farsi sentire, dopo aver discusso se la lunghezza delle corde fosse sufficiente, ci siamo preparati per la discesa in doppia.
Questa in teoria, lasciando alla forza di gravità fare il suo, era la parte semplice. E invece ...
Sarà stato il mio cordino troppo lungo e rigido, sarà stato il giro in più sul machard, sarà stata la corda piuttosto usurata, fatto sta che a metà mi sono bloccata!
Per fortuna che ero a pochi metri dalla prima sosta dove stavano armeggiando un altro paio di istruttori con il loro allievo e quindi, pendolando allegramente su una cengetta, sono riuscita ad avvicinarmi a loro per controllare i nodi.
Alla fine non riuscendo a venirne fuori - perché se mi devo incasinare, lo faccio per bene - l'istruttore mi ha fatto sostituzione in volo del freno che mi ha permesso di finire la discesa.







Tolte subito con gran gioia le scarpette, siamo scesi verso il torrente, dove i miei due istruttori sono stati subito reclutati per un'altra salita, mentre io ho avuto il permesso di risalire alla piazzola in ombra per andare a riposarmi.
Qui, non avendo gran simpatia per i tiri disponibili, ne ho approfittato per ascoltare qualche elucubrazione meteorologica e guadare un po' gli altri arrampicare.
Poi, dovendo far finta di essere interessata ad arrampicare, ho provato ad attaccare alcune vie di V, riuscendo a mala pena ad alzarmi di qualche metro prima di finire immancabilmente con l'arrendermi.
Per fortuna è durata poco prima di dedicarci alle cibarie ed ai gradi alcolici ...





Ormai siamo agli sgoccioli ... riuscirò a sopravvivere ai due ultimi (probabili) fine settimana da alpinista?



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