venerdì 15 agosto 2014

Screensaver


Comodo preimpostare le pubblicazioni: in questo momento dovrei essere in un punto non ben definito nei pressi della costa sud-occidentale della Sicilia ...

In realtà questo breve testo l'ho scritto ancora all'inizio maggio per presentarlo all'annuale concorso di una diffusa rivista della diocesi. Il tema di quest'anno era "Colori e stagioni. Luci, ombre ed emozioni in montagna".
E' la seconda volta che mi presento al concorso, più per curiosità che per competizione: so di avere una scrittura legnosa e diventa ancora peggio quando ho un tema "stretto" (l'ambientazione era necessariamente nelle Prealpi Bellunesi e Trevigiane) e una scadenza.
Nel numero di agosto dovrebbero uscire anche i testi scelti dalla giuria per la votazione dei lettori, così direi che posso pubblicare anch'io il mio. Nel bel mezzo delle ferie ...



Nel caos quotidiano dell’ufficio, ogni tanto capita che, tra telefonate, mail, gente che va e che viene, che chiede e che vuole, parta lo screensaver e mi perda per qualche istante ...
Sono le fotografie scattate durante tante escursioni e ognuna di esse è un frammento di memoria da rimettere in fila.
Sono nata in pianura ma ogni occasione è giusta per prendere zaino e scarponi e scapparmene in montagna: all’inizio esistevano solo i sentieri estivi da turisti poi un po’ alla volta ho cominciato a scoprire un mondo che offre un panorama diverso per ogni stagione dell’anno.
Così scorrono veloci davanti ai miei occhi immagini primaverili di faggete dalle tenere foglie imbiancate da una nevicata tardiva, oppure di epatiche e crochi che, appena sciolta l’ultima neve, fioriscono lungo il sentiero per il Pian de Fontana, mentre salendo al VII Alpini c’è un sottobosco odoroso di aglio orsino e felci con le foglie ancora avvolte a spirale. E ancora ci sono i prati verdi e bianco narciso del Garda con le tante mulattiere che chissà a quale malga arrivano …
L’estate invece ha tutte le sfumature della roccia, fatta di cime, guglie e cenge, con le albe rosa prima delle lunghe giornate sui sentieri, come dal Pramperet, e i prati profumati di giallo, azzurro e bianco, che poi a camminarci ci si accorge che ogni colore è di almeno una decina di fiori diversi.
L’autunno poi è un’esplosione di colori, come un piccolo cespo di funghi tra le foglie, con le giornate in cui il sole fa ancora festa ai verdi, gialli, rossi e marroni degli alberi, mentre le nuvole incantano di luci soffuse la valle del Piave e, all’orizzonte, solo il Visentin emerge dal mare di nebbia.
E per me che non ho mai avvicinato uno sci, l’inverno in montagna è stato addirittura una scoperta: mai avrei immaginato nei grigi-umidi inverni di città che da un'altra parte potesse esistere un universo immacolato e risplendente di neve!
Mentre tutto si trasforma sotto la bianca coltre e le lunghe notti si fanno annunciare con sinfonie di tramonti rosso-rosa-arancio, è una vera gioia trovare il Dal Piaz ancora aperto per una minestra calda, mentre ogni passo per salire al Pizzocco può diventare un’avventura.
Piccoli particolari e grandi panorami si alternano in rapida successione: sarà dovuto alla luminosità oppure alle dimensioni dello schermo, ma mi sorprendo incantata a guardare le mie stesse fotografie, immagini di momenti vissuti che assomigliano quasi più a sogni che a ricordi.
Fosse per me, vorrei immortalare ogni foglia, ogni fiore, ogni ramo del bosco ma poi so che, se le immagini impresse nella macchia non riescono che a rendere in minima parte la bellezza della natura, resta un misero tentativo anche quella di imprimersela tutta negli occhi: ogni svolta del sentiero, ogni sguardo, apre scenari nuovi e a volte è difficile anche staccarsene e proseguire oltre.
E nel frattempo la mia evasione è finita velocemente, giusto il tempo di una boccata di ossigeno che il dovere richiama subito al presente, ma lo so che le montagne sono lì, alla prima occasione …

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