mercoledì 26 giugno 2019

Artificial


Ormai giugno è agli sgoccioli ed anche con il corso di alpinismo siamo in dirittura d'arrivo. E, un po' come i fuochi di artificio, lo spettacolo si fa più intenso subito prima di finire.

Dopo una settimana post-lavorativa piuttosto impegnativa - con tanto di escursione serale alla ricerca di una tregua dal caldo torrido - ci siamo preparati per un fine settimana dedicato all'arrampicata ... inaugurato subito all'insegna della pioggia!

Dopo esser arrivati fino quasi a Passo Falzarego, ed aver ammirato speranzosi le pareti bagnate tutto attorno a noi,  abbiamo ingannato il tempo tra caffé ed un po' di cartografia prima di andare alla palestra indoor di Cortina.






Dopo un lungo momento di angoscia iniziale, io ed un'altra allieva come me poco portata al verticale, siamo state prese sotto la protezione di CapoVerde, uno degli istruttori di più lunga data, che ci ha fatto mettere d'impegno per riuscire a migliorare la nostra tecnica.
E devo dire che, con le buone o con le brusche, a son di insistere, qualche risultato l'abbiamo anche ottenuto: dopo una discreta serie di 4, siamo riuscite entrambe a chiudere un 5b.





Conclusa al meglio la giornata, mentre l'ultimo sole tornava a fare capolino, ci siamo spostati in albergo per il meritato riposo.



La mattina successiva, partiti di buona lena sperando in un meteo più benevolo, abbiamo finalmente raggiunto le tanto desiderate Cinque Torri.

Dopo esserci divisi in cordate ci siamo separati per raggiungere le diverse vie assegnateci.




Arrancando un po' lungo la salita,  io e la mia compagna di cordata al seguito del nostro grande CapoVerde, abbiamo raggiunto l'attacco della via normale della Quarta bassa, già gremita da altre cordate.
Trovando subito una buona intesa, ci siamo alternate equamente da seconde per i tre tiri di difficoltà fino al IV grado, fino alla sommità inclinata della torre, da dove, dopo qualche momento di incertezza iniziale - che io soffro pur sempre di vertigini - siamo scese con una facile doppia.

Ripreso fiato mentre recuperavamo le corde, sempre sbirciando il cielo capriccioso, ci siamo poi spostati verso la vicina Torre Latina.
Qui ci siamo trovate ad affrontare difficoltà  decisamente inferiori, ma su terreno piuttosto sporco ed instabile. Insomma l'ambiente abituale per un'escursionista!
Raggiunta con un paio di tiri veloci la cima, mentre un vento freddo continuava a rincorrere le nubi, concedendoci qualche schiarita repentina, ci siamo goduti il panorama mentre un'altra cordata di due espertissimi ragazzi, saliti in contemporanea a noi smuovendo un bel po' di sassi, si attrezzava per la discesa.
Per me è stato semplicemente fantastico starmene sulla cima, godermi qualche sprazzo di sole ristoratore e guardarmi attorno: la Rozes di fronte, l'Averau alle spalle e giusto sotto di noi i sentieri dove anch'io ero passata desiderando di essere lassù, esattamente dov'ero in quel momento. Un vero e proprio sogno realizzato!
Così, dopo esserci riposati, guardando la cordata dei due ragazzi avere difficoltà nel recuperare la corda, anche noi ci siamo preparati alla discesa.
Fatte tutte le cosiderazioni del caso il nostro istruttore ha deciso di attrezzare la sosta da un'altra parte e, dopo il primo lancio delle corde, già consapevoli che si sarebbero facilmente incastrate da qualche parte, mi sono offerta di scendere per prima e liberarle man mano.
Infatti, scesi con molta calma i primi metri, sono arrivata su un largo terrazzino sassoso, da dove ho dovuto rilanciare giù le corde per poi proseguire la calata, finalmente libera nel vuoto, fino ad atterrare sulla neve alla base della torre.
Poi non ho dovuto fare altro che aspettare i miei compagni di cordata per poi festeggiare tutti e tre assieme con dei gran abbracci. E devo dire che un po' mi sono pure commossa ...



Rientrado al parcheggio un po' alla spicciolata delle cordate, ci siamo poi accampati letteralmente nel bel mezzo della strada a far merenda e a scambiarci le impressioni delle varie salite, fino a quando, vista l'ora, abbiamo dovuto rientrare.






E prima o poi a ri-mettere mano su queste magnifiche rocce ci voglio proprio tornare!

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