martedì 31 marzo 2015

Evviva il Coniglio!




Io mi so dar ottimi consigli,
Ma poi seguirli mai non so
E per questo nei pasticci spesso son


E vabbé ... è andata che mi hanno trovato qualcos'altro da fare.

Probabilmente può valere il detto "chi è causa del suo male pianga sé stesso", anche se non ho ancora capito bene comequandoperché ci sono finita in questa storia, che quello che facevo fino ad ora mi sembrava fosse più che sufficiente.
L'importante ora è tenermi ben stretta, perché non vorrei perdermi ( qualche pezzo di me ) per strada ...

E vabbé ... e allora, da oggi, più conigli per tutti!


domenica 29 marzo 2015

Sport *


Quando ero giovane ... oddio no, detta così mi sembra proprio di essere mia nonna!

Quando ero adolescente (ovvero un paio d'anni fa ... o poco più), con la tipica arroganza ormonale di qull'età, si usava l'espressione "fare qualcosa per sport" - ossia fare qualcosa senza un reale motivo, per il solo gusto di farla, per passatempo - che la maggior parte delle volte serviva a troncare un discorso, nella fattispecie con un adulto, senza il bisogno di dover dare troppe spiegazioni.

In effetti, la parola sport viene da diporto, che deriva latino deportare, andar fuori dalla porta, ovvero uscire dalle porte della città (e perché no, uscire anche dal quotidiano) per svolgere delle attività fisiche all'aria aperta, per allenamento o semplicemente piacere personale.

Ecco, se intendiamo come un mero svago l'impratichirsi di alcune tecniche che, in caso di necessità, possano diventare utili per ritornare a casa sani e salvi da un'uscita in montagna ... allora sì, nonostante il freddo assurdo, il mezzo digiuno e le dita "sbucciate" (qualcuno in parete si è lamentato che gocciolavo sangue di sotto), direi che questa domenica è stata davvero una giornata divertente.

 




 Beh, dai, in fondo non siamo così masochisti, in tutto ciò ci sono anche dei lati piacevoli!


Petasites



* sudore, sangue e lacrime ...

lunedì 23 marzo 2015

Fuori (dal) tempo


E' ufficiale: astronomicamente parlando siamo entrati in primavera.

E io la festeggio degnamente con gola irritata e naso pizzicante/colante (a momenti alterni), il tutto allietato da fasi con occhi lacrimosi e orecchie tappate.
No, in effetti non è un bel vedere. E non è colpa dei pollini.
Dopo aver schivato beffarda qualsiasi microbo e virus influenzali vari per tutto l'inverno, infatti, mi è sembrato giusto di farmi contagiare da Qualcuno con un banalissimo raffreddore.

Certo, se poi la prima domenica di primavera neppure il meteo decide di collaborare, allora forse è il momento giusto per fermarsi un attimo e prendersi un momento di pausa dal resto del mondo ...


giovedì 19 marzo 2015

La maledizione del capogita


Ovvero: la ciclica colpisce ancora (ma anche la sveglia ci mette del suo) …

Certe volte le cose le fiuti da lontano.
Già dalle premesse sai che ci saranno tutta una serie di contrattempi e complicazioni. Ma non puoi far niente per evitarle perché ci sei già dentro con tutti gli scarponi.

Ecco. E' esattamente con questa gioiosa disposizione d'animo che mi sono apprestata a fare da "capogita" durante l'ultima ciaspolata del programma sezionale al Col Duro. 


Tanto per cominciare io avrei volentieri evitato di esser responsabile per questa uscita. L'escursione infatti era già stata prevista l'anno scorso ma, dopo la ricognizione, avevamo deciso che le condizioni di innevamento non erano adatte ad un gruppo numeroso e non troppo esperto (poi, in realtà, pochi giorni prima della gita un'eccezionale nevicata aaveva colpito il bellunese e ci aveva fatto annullare qualsiasi uscita per quasi tre settimane).

E c'ero quasi riuscita ad evitarla, se non fosse che all'ultimo momento, durante la stesura del programma - a causa di un aggiornamento - non avessi dovuto far cambio con la semplicissima uscita che avevo proposto per l'inizio stagione.

Ma questo era solo il principio. 

Per motivi logistici (strada stretta e pochi iscritti, grazie a un po' di sano terrorismo psicologico) si era deciso di non prenotare il solito pullman, facendo affidamento all'inossidabile pulmino sezionale e alle auto proprie. Peccato solo che poi l'unico "volontario" alla guida del pulmino il giorno prima decidesse di essere troppo rugginoso per fare l'autista.

Manco a dirlo, nemmeno le previsioni meteo sembravano essere a mio favore.
Come se non bastasse - mentre già mi immaginavo tutta una sequela di mugugnamenti - per i motivi più svariati, non c'era quasi nessuna delle persone con cui di solito faccio "squadra" e da cui avrei avuto avere un appoggio, se non altro psicologico.

Insomma, direi proprio che ce n'era abbastanza per rendermi nervosa al punto giusto, magari da non dormirci neanche la notte ...

Invece, nonostante fossi andata a dormire con tutti questi pensieri in testa, la domenica mattina mi sveglio perfettamente riposata alle "prime" luci del giorno e controllo la sveglia e ... ORE 6:54 ... 

OHHMAMMASANTISSIMAAAA alle 7:00 si parte ... e tutti aspettano meeeee!!!

Preparata a tempo di record e teletrasportata al punto di ritrovo (la fortuna di abitare ad un nanosecondo di distanza), prostrata e genuflessa sull'asfalto, mentre smistavo persone e bagagli sulle varie auto, alla fine siamo partiti - con solo una decina di minuti di ritardo! - alla volta di Forcella Cibiana.

Che dire, dopo un inizio così disastroso, ho cominciato a rilassarmi un po', che tanto, pensavo, peggio di così!
Peggio di così? Detto, fatto: ha cominciato a nevicare giusto nel momento in cui ci stavamo preparando per  l'escursione!
Ma come gruppo siamo ben temprati e non ci facciamo certo scoraggiare da qualche fiocchetto, così ci siamo incamminati lo stesso.
Per fortuna, dopo due ricognizioni distinte della settimana precedente, il sentiero era risultato praticabile senza troppe difficoltà, e così domenica siamo riusciti ad arrivare facilmente alla forcella di Val Inferna senza ciaspe. Quindi, infilatele, abbiamo percorso l'ultima successione di dossi in cresta fino a raggiungere la vetta del Col Duro. 
Purtroppo non ci siamo potuti godere il fantastico panorama per cui questa cima, per quanto modesta, può rendere speciale questa meta, ma alla fine siamo riusciti lo stesso a goderci la camminata in compagnia ed il paesaggio appena imbiancato dalla neve fresca.











Certo, non fosse quasi spuntato il sole quando siamo arrivati alle macchine ...  

sabato 14 marzo 2015

Materia


Arrivare in fondo all'ennesima pessima giornata in ufficio, socchiudere gli occhi un istante e pensare ... PLUMCAKE !

Ecco. Magari non sarà una cosa seria da pensare, magari non cambia le sorti dell'universo - che ne so io di cosa pensa il resto dell'umanità a quell'ora - però, per quanto mi riguarda, come una parola magica - Strega sono! - ha cambiato l'intera prospettiva della giornata e del fine settimana prossimo imminete.
Già mi evoco al tavolo della cucina con una bella tazzona di caffé fumante (anche se non potrei berlo) a fare colazione con il mio bel dolce morbido - "spugnosetto" come dev'essere - e profumato, magari appena tiepido di forno.
Da sola, seduta a metà e con il naso sopra una rivista, mentre penso già alle mille e più cose della giornata o, meglio ancora, seduta composta di fronte al mio Assaggiatore Ufficiale per una ricca colazione a due prima di partire ognuno per i propri impegni ...

Dell'arte di materializzare i sogni sono un'ostinata sperimentatrice, un'alchimista onirica che si diverte a combinare ingredienti in cucina ...
E certo, se non sempre si ottiene a pieno ciò che si desidera, intanto il plumcake c'è, eccome (e modestamente è venuto proprio come lo sognavo)!






Plumcake al farro integrale, yogurt e arancia

lunedì 9 marzo 2015

Donne


Per la seconda volta – a distanza di due anni – sono tornata al Rifugio Zacchi, ciaspe al seguito, con la luna piena di inizio marzo (anche se qui tra i monti la luna spunta solo in piena notte).

La prima volta si trattava di un appuntamento romantico segreto ...    ;-)
Questa volta invece siamo un ciarliero gruppo di otto donne: le quote rosa, lo zoccolo (ehm ... scarpone!) duro femminile dell'escursionismo riunite per una tranquilla serata da sole, lontane da casa ... con buonapace di mariti, figli e fidanzati vari.
Tra la più giovane e la più anziana ci sono oltre trent’anni di differenza: chi laureata cerca di trovare il suo posto nel mondo e chi, dopo una vita passata a lavorare in campagna, spera finalmente di potersi godere la pensione. Piccoli e grandi storie, piccoli e grandi affanni quotidiani, gioie e dolori … che se la vita è una valle di lacrime, allora noi saliamo in montagna, ognuna con il suo fardello sulle spalle,  con  per  il sorriso.
Ed è questo che ci unisce e ci dà la forza.
Nonne, nipoti, madri, figlie, comari, sorelle … semplicemente Donne, semplicemente Amiche!


Arrivate ai Laghi di Fusine sabato pomeriggio appena prima dell'imbrunire, siamo salite nel silenzio del bosco, quasi in punta di piedi (anche perché la neve era ben ghiacciata) e con l'aiuto di qualche frontale, fermandoci ogni tanto al buio per goderci l'incredibile numero di stelle visibili.
Poi l'odore di stufa e di salsicce ci ha annunciato il rifugio ancora prima di poterlo vedere, il che data l'ora ci ha dato un certo sprint ... E fortuna che avevamo prenotato con laaargo anticipo così - dopo la calorosa accoglienza della "gestora", la mitica Rosa - i nostri bei posti a tavola erano già pronti, nonostante le due sale da pranzo fossero gremite come sempre.
Dopo aver fatto onore ai cuochi, ci siamo spostate in camera a chiacchere stese comodamente sui nostri letti, dove  - con l'aiuto di una grappina - non abbiamo faticato ad addormentarci in fretta.


 

Domenica mattina, dopo una bella colazione e qualche chiacchera, abbiamo deciso di goderci il bel sole ed il cielo azzurro salendo tutte assieme dal rifugio fino ad un belvedere dove, dopo le foto di rito ("selfie" compresi), ci siamo separate e, mentre tre tornavano verso valle, in cinque abbiamo proseguito con l'intento di raggiungere la forcella La Porticina.
Dopo un breve traverso esposto - che sulle prime mi ha messo un po' in difficoltà - subito sotto Capanna Ponza, siamo entrate in un ampio catino di neve immacolata, ma dall'orientamento facilmente intuibile.
Qui, indossate finalmente le ciaspe, abbiamo battuto la neve fin sotto le pareti della Ponza Piccola, dove abbiamo incrociato vecchie tracce provenienti dall'altra parte della cresta. Quindi, con un altro paio di passaggi un po' delicati - su cui io mi fermo sempre po' dubbiosa prima di poter proseguire - siamo arrivate fino all'aereo intaglio tra le rocce da dove, oltre a goderci uno straordinario panorama sul versante italiano, ci siamo anche potute affacciare verso la Slovenia.

Dopo la nostra "conquista" siamo scese chiaccherando (ma va?!) tranquillamente e, dopo uno spuntino ed una breve visita alla Capanna Ponza, siamo rientrate al Rifugio per un ultimo saluto alla Rosa prima di prendere il sentiero che, con una larga deviazione nella conca boscosa in direzione dell'Alpe Vecchia, ci ha riportate ai Laghi, dove ci aspettava per il rientro il resto del gruppo.














 



Purtroppo abbiamo sentito molto anche la mancanza di chi non si è potuta unire al gruppo.
Mi dispiace soprattutto per la Comare, che dopo il brutto incidente del marito avrebbe avuto davvero tanto bisogno di una boccata d'ossigeno ... ma ci saranno altre occasioni!


Eccoci!