sabato 27 aprile 2019

S-Correnti


Metti tre donne in libertà ...
Sempre noi, di nuovo sulle strade dell'avventura. Sta volta la nostra missione era una ricognizione in grotta e ci siamo dovute spostare addirittura all'estero!

Poco oltre il confine abbiamo raggiunto il centro visite delle Škocjanske Jame e ci siamo aggregate docilmente agli altri turisti e ci siamo fatti  guidare nelle profondità della terra.
Dopo un primo tratto molto tranquillo - tra stalattiti, stalagmiti e concrezioni varie - che non ci ha riservato grandi emozioni, ci siamo affacciati alla Martelova dvorana - "sala del rumore" - un'immensa cavità - quasi 150m di altezza - dove il rumore del tumultuoso ribollire del fiume sotterraneo viene amplificato dalle alte pareti della grotta. Solo i lontani bagliori dell'illuminazione lungo il percorso, nell'aria pregna di umidità, e gli impressionanti "sentieri" dei primi esploratori riescono a dare l'idea delle dimensioni reali della grotta.
Di fronte ad una simile visione, degna di uno dei fiumi infernali danteschi, non nascondo di aver provato una certa oppressione. Soprattutto passando sull'aereo ponte Cerkvenikov most, sospeso letteralmente nel nulla ...




 



Riuscite quindi a riveder la luce del sole, risalendo alla superfice con una comoda cabina su rotaia, abbiamo subito intrappreso il sentiero didattico tutto attorno a due doline di crollo, verso il piccolo borgo di Škocjan, aggrattato sull'orlo dell'abisso Okroglica, cercando di trarre qualche spunto utile alla nostra prossima escursione.



















Terminato l'anello, decisamente affamate, abbiamo ripreso l'auto cercando qualche altra possibile attrattiva, oltre ad un buon posto dove fermarsi per pranzo.
E alla fine, nel centro del paesino di Lokev, abbiamo trovato la gostilna giusta dove concederci un generoso piatto di kalamari misti e patate, accompagnato da birra fresca.


Soddisfatte dal pranzo, abbiamo ripreso la nostra esplorazione sulle stradine a ridosso del confine, decidendo poi di raggiungere nei pressi di Duino le foci del nostro fiume sotterraneo, che, nel cambio di nazione, da Reka cambia il suo nome in Timavo.







Lasciate le risorgive, ci siamo avventurate lungo una traccia che ci ha portato a trovare, solo a pochi metri dalla strada statale, delle tracce di passaggio di carri risalenti all'epoca romana.
Rientrate verso il paese, prima di riprendere la strada di casa, abbiamo avuto anche l'occasione di vedere più da vicino il Monumento ai Lupi di Toscana, segno tragico e confine estremo del fronte isontino.









Anche sta volta un'uscita che sulla carta si presenta molto ricca e che spero vivamente che riservi delle soddisfazioni a chi vi parteciperà. Purtroppo non potrò condurla io, come da programma, ma quel giorno impegnata in altre vesti ...


... ET FONTEM SUPERARE TIMAVI,
UNDE PER ORA NOVEM VASTO CUM MURMURE MONTIS
IT MARE PRORUPTUM ET PELAGO PREMIT ARVA SONANTI.
Eneide, I, vv.242-246


San Marco


La gita fuori porta per il 25 Aprile per qualcuno è quasi un'istituzione.
Noi quest'anno, nonostante la voglia di far bene fosse poca ed il meteo non promettesse una gran giornata, alla fine abbiamo deciso che no, non si posteva proprio stare a casa ad ammuffire!
E così, preparata la merenda, siamo partiti di nuovo alla volta del Cansiglio.
Quale posto migliore per questa festività nazionale: i simboli di San Marco sono ancora ben tangibili e sono numerosi anche i sentieri che ricordano la Resistenza.


Noi ci siamo accontentati di qualcosa di molto tranquillo e dalla Piana siamo risaliti sul versante opposto di un paio di giorni fa, puntando oltre il confine regionale.
Come sempre in questa stagione, nonostante la scarsità di precipitazioni invernali, il bosco di conifere ci è apparso di un verde muschio a dir poco rigoglioso.Per fortuna l'intensa umidità del bosco era mitigata da una temperatura abbastanza fresca, così siamo saliti senza stroppi sforzi (a parte una ravanata fuori sentiero alla ricerca di una traccia) fino alla Candaglia.








Da qui l'ultimo strappo nel bosco, non senza esserci dovuti destreggiare tra alcuni alberi caduti, ci ha portato a scollinare verso la nostra meta: Casera Ceresera.
Qui, dato che la casera era occupata, abbiamo preferito stare un po' più discosti ed accomodarci su una panca su un vicino dosso panoramico per gustarci il nostro pranzetto.
 

Una volta ristorati, visto l'addensarsi di nubi sempre più minacciose, abbiamo ripreso il sentiero del rientro, faccendo una veloce deviazione ad anello andando alla ricerca di alcune "tracce nere" che ci consentissero di non allungare troppo il percorso.
Non facendoci mancare neppure un po' di pioggia leggera, abbiamo poi chiuso piacevolmente la nostra tranquilla scampagnata scendendo per sentieri già noti.







E poi quale modo migliore di concludere la serata con una allegra cena tra amici a base della tradizionale fortàia?!