venerdì 28 luglio 2017

EiS


Là dove l'aria si fa più sottile ... la Marmotta arranca!
Stavolta è stata proprio dura salire oltre i 3000m - agognati e temuti come sempre - senza un acclimatamento decente.
Ma poi, se fisicamente ho i miei limiti - seriamente: è ora di perdere un po' di zavorra! - forse - anzi, sicuramente! - quelli che mi fregano davvero alla fine sono quelli nella mia testa ...
Certo a come capacità tecniche sono ancora a livello pricipiante, ma a volte dovrei lasciare le mie insicurezze ed avere il coraggio di rischiare appena un po' di più.

Ad ogni modo, a parte qualche rottura di pa... contrattempo con i mezzi di trasporto, è stato un bel fine settimana con il Gruppo. 
L'ultimo prima della pausa estiva. Grazie al cielo!

Arrivati a Santa Caterina e risalita l'ampia valle glaciale del Cedèc - circondata da ameni montarozzi erbosi alla trentina - fino al rifugio Pizzini, il sentiero si è impennato sugli sfasciumi glaciali fino agli oltre 3250m della nostra prima meta: il rifugio Casati.
E gli ultimi 250m credo di averli fatti in almeno trenta tappe!
Devo confessare che ho vissuto una vera battaglia interiore per trovare la forza di autoconvincermi a proseguire, una manciata di metri alla volta, fino al rifugio, invece di sedermi su di un sasso e piantarmi lì piagnucolando che non ce la facevo ...
Per fortuna poi, una volta arrivata, un po' alla volta mi sono ripresa e, a parte un po' di affanno, non ho avuto alcun altro problema.











Domenica mattina all'alba, dopo un inizio meteorologicamente abbastanza incerto, abbiamo deciso di tentare la sorte e siamo usciti sul ghiacciaio per legare le cordate.
E dopo aver armeggiato un po' con corde e cordini, con i movimenti impacciati dal sonno e dalla scarsa esperienza - fortuna (?) che non faceva freddo - alla fine, una cordata alla volta, siamo partiti in direzione della vetta. Pure io che come alpinista non centravo gran che ...

Però ogni volta mettere il primo piede su un ghiacciaio è una sensazione fortissima. Trasmette un'energia incredibile, che nessuna distesa di neve può dare.
Mi sembra di varcare la soglia di un mondo antico e sconfinato, in una atmosfera fantastica alla Jules Verne. Davvero, sembrava di camminare sospesi in un sogno ... o forse sarà stata semplicemente colpa della quota?!










Ad ogni modo, lasciando le sfilare le altre cordate partite dopo di noi, ce la siamo presa con comodo ed arrivati a quasi 3500m sul plateau della vedretta ci siamo fermati ad ammirare la distesa di crepacci e la via alla vetta, ormai ben sengata da tanti puntolini colorati in movimento.
E, anche se l'idea della vetta mi tentava, sinceramente, da brava marmotta, non avevo proprio voglia di fare fatica ... magari acclimatata meglio e con un po' più di pratica in ghiacciaio l'avrei fatta comunque, ma, come direbbe qualcuno, senza una grande voglia non si fa alpinismo.
Però se sta volta la voglia di conquista non era sufficiente per salire per quegli ultimi 250-300m, la mia curiosità era già stata attirata da un'altra meta più facile ...
Così, fatto dietrofront, abbiamo puntato all'Eiskofel, uno scoglio scuro affacciato come una prua sulla Val di Martello.

Certo nemmeno l'attraversata verso quest'isola tra i ghiacci si è rivelata una passeggiatina di piacere, considerando la reale insidia dei crepacci (specie con l'innalzarsi della temperatura durante la mattinata), ma, dopo la mancata salita all'Ippopotamo dell'Adamello e la visita a Punta Linke dell'anno scorso, mi sentivo quasi in obbligo di andare a vedere i tre cannoni portati su e rimasti qui dal 1918.










Conclusa la nostra esplorazione, siamo rientrati al rifugio e, una volta liberati da tutta l'attrezzatura ci siamo preparati velocemente per ridiscendere verso valle.
E visto che, dovendo aspettare poi gli altri, di tempo ne avevamo in abbondanza, al Pizzini ci siamo concessi un'ora di relax per il pranzo. Pizzoccheri ovviamente.







Poi, rientrati all'ultimo rifugio, abbiamo dovuto aspettare ben oltre due ore (che il telefono mica prende dappertutto come in Dolomiti!) prima di poter avere notizie certe dei nostri amici alpinisti e poter scendere a valle con serenità.
E festeggiato finalmente la conclusione del fine settimana siamo ripartiti per il lungo viaggio verso casa. Un vero e proprio viaggio della speranza. Ma questa storia meglio lasciarla perdere ...




Esperienza davvero bellissima anche senza vetta, questa. Per la prima volta ho avuto la sensazione di essere su un vero ghiacciaio rendendomi conto di cosa siano veramente i crepacci e di quanto possano essere insidiosi (magari perché ci sono finita dentro con una gamba?!).
Certo ho avuto anche un po' di timore, ma credo che con un po' di pratica possa migliorare.

Comunque il vero problema è  che a far ste cose poi una si invoglia ... e sono sicura che la prossima volta la vetta del Cevedale sarà mia!

martedì 18 luglio 2017

A cAsA


Di sicuro non sarò mai una donna di casa.
Magari in cucina posso anche far finta di cavarmela. Ma per il resto direi che sono prossima allo zero.
Con tutta onestà: non ho proprio dedizione per tutti quei bei lavoretti da brava massaia ...

Di abitazioni ne ho cambiate parecchie, ma di sentirmi a casa mi capita poche volte.
Casa è una sensazione indissolubilmente legata ad un luogo, ma così impalpabile che, se non si presta attenzione ai sussurri dell'anima, può diventare inafferrabile e sfuggire tra le dita ...
Poche volte si è trattato di una vera casa, più spesso si è trattato di una singola stanza o anche solo un angolo o un mobile. Ma pure un'intera città, una strada, un albero, tutta una valle, una roccia o semplice svolta nel sentiero.
L'anima dei luoghi trascende l'essere presente. 
E il legame si perpetua anche in assenza, magari pure per un tempo che non tornerà mai più.

Ma se certe "case" ormai esistono solo nei mie ricordi, altre sono ancora ben tangibili.
Nel tempo certi luoghi della Valle di Champorcher per me sono diventati casa. E quando ho visto l'occasione, non ho saputo resistere ...
Certo il programma non ha lasciato molti spazi liberi per godermi i miei luoghi come avrei voluto, ma lo stesso ... è sempre bello tornare!!!










 








 












 




E quello che mi fa piacere è vedere che il mio entusiasmo per questi luoghi viene sempre condiviso ...