mercoledì 28 marzo 2018

Disfatta


Che abbia un capacità particolare nel prendermi impegni fino a mettermi da sola in situazioni da apnea non è una cosa nuova.
Ed in effetti gli ultimi giorni sono stati un crescendo di cose da fare: riunioni a raffica, documenti da preparare, libri da studiare ... e una festa di compleanno da organizzare.
Già perché non è solo la Queen Elizabeth a compiere gli anni due volte su un anno, stavolta pure io mi sono data da fare per festeggiare a dovere il mio quarantesimo genetliaco con gli amici.
E mi ha detto bene di esserne uscita giusto un po' alticcia - tra cruciverba e pasticci in "cucina" - invece di finire, che ne so, imbragata ad una qualche trave del soffitto ...


Certo il giorno dopo ero un po' disfatta e me ne sarei molto volentieri rimasta a letto a dormire - tanto più con un'ora di sonno in meno con il passaggio all'ora legale - ma il dovere - o piuttosto, la Comare - chiamava e non potevo proprio mancare.

Dopo la sfortunata ricognizione del mese scorso, siamo ritornate a Caporetto con un pullman pieno di persone - età comprese tra i 7 e i 70 anni - per percorrere nuovamente i sentieri lungo le sponde dell'Isonzo illustrando le fasi della famosa Dodicesima battaglia.


 







E dopo l'escursione - sta volta fortunatamente senza alcun incidente di percorso - siamo andati a visitare l'interessante Kobariški muzej.




Qualcuno del nostro gruppo si è preoccupato se le immagini presenti al museo non fossero troppo forti per dei bambini, ma purtroppo si tratta della realtà dei fatti. Nessun aggettivo potrebbe rendere giustizia agli orrori della guerra - di quella come di qualsiasi altra - ma, sarà deformazione "professionale", credo sia doveroso conoscere la Storia. Senza retorica.
Con il centenario della Grande Guerra poi sembra proprio che la storiografia abbia potuto rileggere gli avvenimenti relativi allo sfondamento di Caporetto, dandogli finalmente una prospettiva più corretta.

Certo, ad aver tempo di studiare, a far le cose seriamente, magari sarebbe andata anche meglio, ma alla fine sembravano tutti lo stesso molto soddisfatti.
Che, non vorrei essere troppo ottimista, ma forse l'impegno messo fino ad ora per cercare di impostare l'accompagnamento in una certa maniera, sta cominciando a far attecchire qualche piccolo semino ... Vedremo quali frutti porterà questa Primavera!


Questo per me è un momento davvero intenso, fatto di piccoli e grandi cambiamenti: sento tante energie in movimento dentro e fuori di me che a breve stravolgeranno una routine che, per quanto rassicurante, ormai mi stava soffocando.
Il nuovo è ben voluto, in certi casi anche cercato e, se pure mi spaventa un po', cercherò di viverlo in maniera positiva. Ma adesso intanto prendo fiato ...

lunedì 19 marzo 2018

Apriti Cielo


Meteo incerto, orari da rispettare, prenotazioni ... a volte organizzare i fine settimana diventa davvero un lavoro impegnativo!
Ma quando - per quanto li si studi - nessuno dei possibili programmi riesce ad andare a buon fine, allora tanto vale prendersela con calma e godersi le piccole e semplici cose a portata di mano piede ... un po' di shopping da marmottalternativa, una lunga passeggiata e un po' di cultura (che così non mi sento in colpa per non aver studiato) al museo.

Magari ogni tanto non guasta pure un po' di pigrizia, che intanto di nuovi sogni ne abbiamo fatti a volontà. E ora speriamo solo nel SOLE ...


... e di non aver fatto il cambio stagione troppo presto!

mercoledì 14 marzo 2018

Come mai non siamo in OttO?


Perché manca La ... Comare!

Quest'anno, su sua precisa richiesta - che la prima volta non aveva potuto partecipare per via di un incidente del marito - per il nostro appuntamento in rosa annuale, avevo riprenotato allo Zacchi
E, neanche a farlo apposta, tre settimane prima lei si va a rompere una caviglia!
Va bene, abbiamo capito che non è proprio destino ...

Certo fino all'ultimo eravamo in dubbio di riuscire a raggiungere il rifugio anche noi, viste le previsioni meteo non proprio ottimali. Ma, ad avere la testa dura e tentarla lo stesso, a volte si viene ben premiati.
Infatti, dopo esser partite da casa, come sempre nel primo pomeriggio del sabato - e con debita tappa caffé e chiacchiere giusto per "scaldarci" - lungo la strada abbiamo trovato un vero e proprio nubifragio che sulle prime ci ha fatto preoccupare. Fortunatamente, non appena arrivate nei pressi di Tarvisio, la pioggia è cessata del tutto, lasciando pure qualche timido sprazzo di cielo azzurro.


Salendo con molta calma, per dar modo di poter parlare agevolmente anche alle meno allenate, nel buio del bosco silenzioso - ormai il sentiero lo conosco abbastanza da poter guidare le mie donne anche di notte, che tanto poi comunque non ci vedevo più dalla fame ... - siamo arrivate in rifugio giuste giuste per la cena.




Ovviamente poi abbiamo continuato con i nostri discorsi fino al momento di spegnere le luci (qualcuna riesce a far rumore perfino mentre dorme ...) e la mattina dopo abbiamo ripreso a pieno ritmo già durante la colazione.
Purtroppo stavolta né il meteo né, soprattutto, le condizioni della neve, ci hanno permesso altre divagazioni, così siamo semplicemente scese attraverso la conca dell'Alpe vecchia, dall'aspetto primordiale ed immensa nonostante le nuvole basse, smorzando appena i toni di voce per non dare inutili sollecitazioni alle possibili scariche valanghive ...

 
 
 


 

 


 

Senza troppa fretta siamo tornate alle auto in tempo per evitare la pioggia - meglio di così! - ma questo non ci ha impedito di fare un'ultima sosta per il pranzo  lungo la strada per chiudere in bellezza.


Questo fine settimana ci siamo impegnate molto, ma nonostante tutto si sentiva la mancanza della ciarlera Comare. 
Il bello è che stavolta, zitta zitta, avevo provato a far finta di niente - come si dice, un bel gioco dura poco - ma poi hanno cominciato a chiedermi si va, non si va, dove si va ... e allora non ho potuto fare a meno di organizzare l'uscita anche quest'anno.
Però dai, alla fine mi fa sempre piacere dare alle amiche un'occasione per venire in montagna e dopo vederle tornare a casa contente ...

E poi ho già una mezza idea per l'anno prossimo!



venerdì 9 marzo 2018

Quell'ermo Colle


Una volta venivo spesso da queste parti per una semplice passeggiata di mezza stagione oppure per allenarmi un po' sulle salite, tanto brevi quanto ripide.
Ed in effetti sono state tante le volte che c'ho sputato i polmoni sulla prima famigerata salita ...

Ripresi dalle fatiche del sabato sera abbiamo sfruttato la domenica di bel tempo per espiare la ricca cena in malga. Ed in effetti il nostro è stato un vero e proprio pellegrinaggio che ha toccato un'antica chiesa parrocchiale, un eremo ed un santuario, senza poi contare altre chiesette, cappelle votive e tabernacoli vari sparsi qua e là lungo il percorso.

Stavolta, dopo qualche anno in più per le montagne, modulando il passo sulla dura pendenza, sono riuscita arrivare su all'eremo,  senza quasi dovermi fermare a riprender fiato (una volta almeno 3 o 4 soste erano vitali), ma anzi godendomi il sole caldo e ritrovando antiche tracce di memoria.





Dall'ariosa cima, dopo aver abbracciato con lo sguardo la pianura aprirsi sotto di noi, siamo ridiscesci cambiando versante ed entrando nel bosco ombroso ed umido, ancora in aspetto invernale, anche se tra le foglie secche a terra già piccoli gioielli rivelano l'imminente arrivo della primavera.





Risalendo poi tra i vigneti, siamo poi arrivati all'aguzzo colle del santuario, piccolo ma con una loggia esterna pregevolmente affrescata.




Da questo punto i miei ricordi sulla strada di rientro si facevano un po' vaghi, così, seguendo delle indicazioni di un trial, abbiamo deciso di lasciarci condurre ad esplorare la zona. E, a parte alcuni tratti decisamente fangosi, la scelta ci ha portato alla scoperta di luoghi nascosti, che di sicuro non sospettavamo nemmeno potessero esistere, come uno strano cubo-osservatorio sulla cima di un colle, oppure un bosco di larici "imperiale" a 300m sul livello del mare ...







Una domenica un po' diversa dal solito, quasi un ritorno alle origini, anche se è incredibile scoprire come, solo allontanandosi appena un po' da casa o provando un nuovo sentiero, si riesca a dare uno sguardo oltre e scoprire un mondo completamente nuovo. 
Infinito ...

Eremo di San Gallo - Santurario di Collagù 



giovedì 8 marzo 2018

Pancia mia - Saturnday night fever


Ho passato gran parte della scorsa settimana a cercare di capire se avessi l'influenza oppure no.
Che magari sarà l'età ... ma, dopo un paio di giorni di febbre leggera e di classici dolori articolari, il disagio si è concentrato altrove causando gonfiori fastidiosi, rumori molesti da tubatura intasata e via dicendo ... Comunque - tralasciando i dettagli poco piacevoli - se non sto abbastanza male da poter restare a casa dal lavoro, vuol dire che sto sufficientemente bene anche per andare in montagna.
E quindi ...

Quest'anno l'ultima uscita invernale con il Gruppo, per motivi astronomici, é coincisa con la notturna, un vero e proprio evento che dà sempre il tutto esaurito. E di sicuro non avevo intenzione di perdermela nemmeno io, tanto da decidere di infilarmi niente meno che la pancera per stare calda ...

Certo, con la settimana "artica" e le previsioni  poco invitanti, sembrava che l'uscita non fosse proprio destinata sotto buone stelle - che a volte ci vorrebbero proprio dei bravi astrologi per riuscire a prevederle tutte - invece quando, verso metà pomeriggio, siamo arrivati a Misurina il tempo sembrava abbastanza stabile - seppure sul grigio nuvoloso - tanto da consentirci di avventurarci nella nostra escursione senza troppe preoccupazioni.

E così l'allegra combriccola si é messa in marcia.





Procedendo tranquillamente tra svariati saliscendi, mentre a sprazzi alcune vette riuscivano a sbucare dalle nubi, offrendoci sbiadite visioni del panorama, ormai prossimi il buio, ci siamo letteralmente immersi nell'umidità  nell'ultimo tratto di discesa verso la malga.






Nonostante i molti i partecipanti - non sempre facili da mantenere in gruppo compatto (anche se qualche palla di neve si trova sempre il tempo di tirarcela) - alla fine siamo riusciti ad arrivare tutti in malga comodamente nei tempi previsti.

Poi finalmente la cena: davvero buona e soprattutto molto abbondante. Riuscire a svuotare i piatti é stata davvero la parte più impegnativa di tutta l'escursione!
Terminata tranquillamente la cena, mentre si sbrigavano le ultime formalità, senza nemmeno sollecitare, si sono tutti alzati e preparati ordinatamente per il rientro. E non so se ci avrei creduto senza averlo visto ...

Infine, il rientro nel bosco, nel buio rotto solo dalle vaghe luci delle nostre frontali, è stato molto suggestivo.
In certi momenti non ho saputo resistere e mi sono lasciata andare all'istinto irresistibile di emettere qualche richiamo da strigide ... soprattutto nel momento in cui alle nostre spalle è sorta la Luna.
Svelandosi a fatica dalle nubi, ci ha poi tenuto compagnia con la sua pallida luce per un breve tratto, fino a quando non siamo scesi di nuovo dentro la foschia, subito prima di concludere il nostro cammino notturno.




Neve, meteo, pullman, cuoco, partecipanti: se il lavoro duro fossero davvero le ricognizioni, allora sarebbe sempre uno spasso, però per fortuna a volte va anche meglio di quanto si immaginasse.

Stavolta ho pure imparato una cosa importante: anche quando non sono proprio al meglio, la dannata pancera non è per nulla una buona idea!