lunedì 29 dicembre 2014

F come ...


Freddo. Forte.

Freddo, e tanto, al forte di Monte Tudaio.

La giornata non è cominciata con i migliori auspici meteorologici, già da valle si notava una nube che sostava in prossimità della vetta, ma tant'è, lo avevo nella lista dei desideri da tempo e bisognava pur smaltire (?) un po' dei bagordi natalizi, così siamo partiti lo stesso. Temperatura al parcheggio -5

La strada militare sale larga e regolare, andando da un lato all'altro del versante offrendo ameni scorci alberati ed ampie viste sulle vallate che già dai primi tornanti lasciano intuire l'importanza strategica di questa postazione: da un lato il Cridola ed il Lago di Centro Cadore, dall'altro la vecchia strada lungo la Piave (che ricordo di aver percorso più volte ormai enta anni fa) ed Auronzo.
A tratti potrebbe essere quasi monotona se non ci fossero numerosi cartelli esplicativi dell'Itinerario storico ed alcune altre postazioni lungo la salita. 




A metà strada, a circa 1550m, facciamo una sosta per riscaldarci con un po' di té e vestirci: nonostante la salita non riusciamo più a scaldarci. Nemmeno 200m più su e comincia a nevicare. Prima qualche falisca leggera, poi salendo si fa sempre più sostenuta. Il freddo e l'aria aumentano ed entrambe le batterie della macchina fotografica danno in breve forfait.
Arriviamo al Col Muto, a 1960m, all'imbocco della galleria delle cannoniere, che ormai ci troviamo in  una vera e propria bufera di neve, ma la cima è vicina e a tratti riusciamo ad intuirne il profilo e decidiamo di fare un ultimo sforzo.




Poco più in su ci ripariamo nella galleria di accesso al forte prima degli ultimi brevi, interminabili tornati per raggiungere la vetta, dove restiamo giusto i pochi minuti sufficienti per andare a riparasi tra quel che resta delle pareti del frantoio (utilizzato per frantumare le pietre e produrre il materiale da costruzione per il forte) e fare una velocissima foto a testimonianza del nostro passaggio. 
Per un (lungo) momento mi sento un po' come il protagonista di To built a fire di London, e non è una sensazione piacevole. Ma, ci fosse bel tempo, quassù sarebbe uno spettacolo di panorama da godersi con calma mentre si esplorano i tanti resti delle strutture presenti.




Poi di nuovo nella galleria per riscaldarci con una tazza di té ed aggiungere qualche altro strato di vestiario e giù, senza quasi nemmeno fermarsi (ma le tracce del lepre dove vanno? guarda lassù un branco di camosci!) fino a fondo valle.


Il rientro è tranquillo, nonostante le strade siano ghiacciate, mentre la sera scende in silenzio come la neve.
La prossima volta sceglieremo una bella giornata di sole per ritornare ...


lunedì 22 dicembre 2014

E luce sia


In pianura la nebbia pesa come uno zaino troppo carico, come le buie giornate lavorative e gli impegni che sembrano non finire più ...

Ma è il solstizio e festeggiamo la luce.
Luce bianca come la neve che cerchiamo.
Luce che non c'é ma che nel giorno più buio è già una promessa, neve che non c'é ma che su questa fine d'anno attendiamo come una bianca coltre su cui poter cominciare a scrivere nuove storie.
In un inverno che non c'é perché ormai sembra di essere sempre in un'unica mezza stagione. 
In una festa pagana di buio e luce, di morte e rinascita nell'eterno ciclo della Natura.







Ed è quasi Natale - per chi ci crede, per chi lo sente - anche cercando la neve sul  Monte Rite ...



venerdì 19 dicembre 2014

... aspettando la luce ...


voli di aironi
grigio nebbia



Sakai Hoitsu, 1761-1828 "Airone e Loto" 蓮に白鷺図 , Periodo Edo, fine XVIII-inizi XIX secolo
- dal web -

mercoledì 17 dicembre 2014

Con la maiuscola



La frenesia dei tempi sembra cancellare ogni cosa ...
Una manciata di giorni a Natale, neve poco niente e spirito natalizio ancora meno.
Sembra che solo i grandi Sogni riescano a portare ancora un po' di luce in fondo agli animi. 

Tra le poche cose certe rimane la montagna con la sua quiete e gli amici con cui condividere passi, fatica e risate ... e biscotti (almeno quelli natalizi) !    :-)



 










Inventando i sentieri per Pala d'Altei ...

mercoledì 10 dicembre 2014

Monday mornig


Che bello rubare un giorno alla settimana lavorativa per goderselo con tutta calma!
Alzarsi il più tardi possibile, fare colazione - che è quasi un pranzo - e fare quattro passi al parco prima che scenda il sole, poi ancora concedersi un dolce mentre pigramente si arriva fino a sera ...
E fare finta che la vita insieme possa essere così ...



Ma poi mica si batte la fiacca eh?!
Che finalmente domenica siamo tornati a sgranchirci un po' anche le gambe ...
Dopo un mese, pensavo di non ricordarmi più nemmeno come si allacciavano gli scarponi, invece siamo riusciti a fare una bella scarpinata, a dispetto della nebbia che si è inghiottita il panorama!









 Colle del Demonio - Val Canzoi

lunedì 1 dicembre 2014

Bestiario privato


Per quanta terra ci butti sopra, per quanto la pesti, poi certi morti e sepolti sembrano non volersi rassegnare a starsene relegati nel passato e ogni tanto tornano a ripresentarsi per cercare di succhiarti ancora un po' di vita ...

Ti metti in gioco, accetti le sfide (pure se controvoglia) e ti lanci in avventure che temi possano essere al di là delle tue forze, poi hai la fortuna di trovarti alle spalle una vera squadra e tutto si incastra alla perfezione ... o almeno va come dovrebbe ... e anche se alla fine ti trascini dalla stanchezza sei tranquilla e soddisfatta.
Quando è cominciato (quando?) non l'avresti nemmeno immaginata una cosa del genere ... e invece ti sorprendi a fare cose che - col caratteraccio che ti ritrovi - non pensavi saresti mai riuscita a fare.
Una bella tappa lungo il percorso, ma di strada da fare ce n'è ancora tanta ...

Potendo certi scheletri nell'armadio continuerei a tenerceli ben chiusi, ma, se il tempo passa per qualcosa, allora devo anche trovare la forza per tornare ad affrontarli.
Anche se non sarà facile. Anche se so che conosce i miei punti più vulnerabili, posso accusare il colpo ma non mi arrendo di certo ... Se ho paura è solo per chi Amo, di non riuscire a difenderlo.

Se per essere felici bisogna affrontare dei mostri, di chiunque essi siano, allora avanti ...


- muse







MuSe - TN

martedì 25 novembre 2014

MI-iiii


Leggevo recentemente, non so dove, che le cattedrali gotiche erano ispirate alle forme grandiose delle montagne.
A dire il vero nei miei studi (forse in questo caso troppo specifici - ?) non ricordo di aver mai trovato questa informazione, d'altra parte essendo il gotico fortemente ispirato agli elementi naturalistici - salvo poi portarli all'estremo, in una stilizzazione raffinata quanto ardita - la cosa non mi stupirebbe affatto.
E, d'altro canto, nel linguaggio attuale c'è tutta una serie di termini architettonici che si riferiscono all'ambiente montano: guglie, pinnacoli, torri, campanili ...


Non ero mai stata a Milano (a parte qualche scalo ferroviario e una mezza giornata per la laurea di mio cugggino, in cui non ho visto praticamente nulla della città).

Questa volta, oltre ad avere il tempo per ammirare meglio la Stazione Centrale, capolavoro di architettura moderna ed autentica "cattedrale in movimento" (sì, il cuore cinetico della città si sente pulsare anche la domenica mattina), ho potuto farmi un'idea del ricco repertorio di fauna locale (in buona parte alloctona, ma sarà che all'ora in cui siamo arrivati noi i "veri" milanesi che non stavano già facendo sport all'aria aperta, erano ancora a dormire).




Tempo di prendere confidenza con i dintorni e poi (in realtà appena dall'altra parte della strada) abbiamo potuto approfittare di salire al belvedere del 31° (e ultimo) piano del "Pirellone" per una mostra di oggetti di interesse Anthropo(s)-logico provenienti dai Musei Vaticani. Peccato solo che la vista dall'alto sulla città era velata da una sottile foschia ...






Poi un tuffo in Metro (adoro le metropolitane!) che in pochissimi minuti ci ha fatto riemergere in Piazza Duomo e ...


E lì ti appare. Grande, o meglio: imponente ...
Salendo i gradini in uscita dalla metro si comincia subito ad intuire la presenza del Duomo, ma solo una volta arrivati nella piazza si riesce ad apprezzarne a pieno la facciata che, nella luce lattiginosa del mattino, appare quasi come un unico volume compatto (nonostante poi, avvicinandosi, cominci a prender rilievo l'infinità dei dettagli) e chiaro, dato che - come per la neve - bianco non è, bensì una varietà di toni grigi-rosa-gialli-azzurri-verdi.
Mi immagino i viandanti che nelle epoche passate sbucavano dalle strette vie laterali e si ritrovavano di fronte a questi gioelli di pietra e vetro. Ok, probabilmente non è proprio questo il caso di Milano visto che, nella durata dei suoi quasi cinque secoli di realizzazione (alla faccia delle grandi opere moderne, ma evidentemente le tempistiche umane sono irrilevanti per l'eternità divina), la facciata è stata completata solo nelle ultime fasi, ma ad ogni modo non lascia indifferenti ...
Soprattutto non lascia indifferente l'interno: la navata centrale nella luminosità soffusa che la fa emergere dalla penombra circostante e gli alti pilastri di pietra scura che ne scandiscono e moltiplicano visivamente la lunghezza fino al fulcro dell'altare, trionfante nella luce che si riflette nei preziosi paramenti: non sono praticante, ma devo ammettere che la liturgia in latino con tanto di coro e profusione di incensi fa il suo bell'effetto scenico.
Poi, uscendo di nuovo ci siamo spostati lateralmente dove - sarà anche che è cambiata la luce - il moltiplicarsi degli elementi architettonici e decorativi studiati per alleggerire - visivamente e strutturalmente - la costruzione  fa quasi girare la testa.








D'altra parte di tempo per ammirare il Duomo e la sua Madonnina ne abbiamo avuto abbastanza, nei quasi tre quarti d'ora in cui siamo stati in fila per l'ingresso alla mostra di Segantini (e rispetto a quelle di Van Gogh e di Chagall la nostra fila era decisamente la più corta).
La pregevole monografica ha riunito grandi tele e numerosi disegni (sia di studio sia, soprattutto, di rielaborazione) di un artista che nel naturalismo del paesaggio montano riesce ad esprimere la sua personale  visione simbolista della vita, arrivando alla maturità artistica facedo suo lo stile divisionista.



 
Dopo la mostra abbiamo dato un'occhiata al resto della piazza, con i suoi scorci prospettici otto-novecenteschi, ed attraversare la galleria Vittorio Emanuele II, con i caffé e le vetrine chic (e pure la sede del SEM!) prima di spostarci al Castello Sforzesco per una visita veloce dei cortili interni - sufficienti già per invogliarci a tornare - e un'ultimo sguardo al Parco Sempione ancora nel pieno dei colori autunnali, prima di rientrare sui nostri passi ... ehm rotaie ... non prima però di esserci concessi un velocissimo spuntino bello quasi finto ma griffato, e soprattutto la luminescenza rosa (esattamente come una cima innevata) del Duomo nella luce del tramonto.















Devo confessare che prima d'ora ero sempre stata molto reticente ad andare a Milano: sarà l'idea della grande metropoli caotica, grigia e fumosa, sarà che troppo spesso viene nominata nei fatti di cronaca, ma di fatto - al di là di non avere motivi particolari per visitarla - ho sempre avuto paura ad affrontarla.
In realtà, una volta svanita la nebbia mattutina (e se non c'era la nebbia a Milano, volevo il rimborso del biglietto), quel poco di centro città che abbiamo visto non mi è dispiaciuto, nonostante la ressa di turisti, artisti di strada e venditori ambulanti (e milanesi!) e, ormai che mi sono fatta un quadro logistico, credo in futuro che non avrò difficoltà a tornare per altri eventi.

 
Quello che non ho ancora detto è che l'occasione di questa insolita trasferta (eh già, per una volta ogni tanto che c'è il sole, non vado in montagna?!) è arrivata dalla partecipazione ad un convegno organizzato dalla CCE del CAI a Novara dall'incoraggiante titolo "La Responsabilità dell’Accompagnamento in Montagna" ...
Tema caldo di questi ultimi tempi - d'altra parte lo diceva anche Gogna un paio di settimane fa in una serata dal titolo "Alpinismo e Libertà" che fino a poco più di una decina di anni fa un tema del genere non avrebbe nemmeno avuto ragione d'essere - che è stato affrontato con chiarezza e precisione.
Insomma, nonostante la "spinosità" dell'argomento, il convegno è stato un momento molto utile di confronto e di crescita, anche se però ... il buffet potevano organizzarlo meglio eh!

A parte il convegno, nei ritagli di tempo abbiamo avuto il piacere di scoprire Novara: una piccola cittadina tranquilla e pulita con interessanti scorci moderni ed antichi edifici (la Basilica di San Gaudenzio, con la cupola Antonelliana di oltre 120m, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Broletto medievale, oggi sede dei Musei Civici e la Galleria d'arte moderna Giannoni, la neoclassica Barriera Albertina ed infine il castello Visconteo-Sforzesco, che però abbiamo solo intravvisto da lontano) ed ancora più interessanti proposte enogastronomiche dai gusti intensi ...