lunedì 25 maggio 2015

L'Uomo che cammina


Se ne va a capo scoperto. La morte, il vento, l'ingiuria: tutto riceve in faccia, senza mai rallentare il passo. Si direbbe che ciò che lo tormenta è nulla rispetto a ciò che egli spera. Che la morte è nulla più di un vento di sabbia. Che vivere è come il suo cammino: senza fine.

L'uomo che cammina è quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte.

Christian Bobin

sabato 23 maggio 2015

Traccia libera


Disertata bellamente l'uscita sezionale, domenica scorsa io e il mio Om Salvarech ci siamo tolti lo sfizio di andare a dare un'occhiata alle Cime di Rava, per noi tanto affascinanti quanto fuori mano.
Più precisamente, la meta del nostro "pellegrinaggio" era il Frate.

Niente di mistico in realtà, ma comunque ci è sembrato davvero di fare un lungo viaggio nello spazio - e non solo per i chilometri percorsi, anche a piedi - e soprattutto nel tempo ...
Sarà forse per la potenza degli elementi che hanno forgiato questa rocce - fuoco e ghiaccio - che ancora si percepisce, o forse per l'ambiente così diverso da quello dei calcari che frequentiamo solitamente, che sembrava di essere così lontani da casa.
Il granito poi, con le sue linee nette, a me dà sempre l'idea di un che di primordiale ... e questa sensazione è stata sicuramente amplificata dall'essere ancora all'inizio della stagione, quando le ultime tracce dell'inverno che resistono in quota danno un aspetto severo al paesaggio - soprattutto se c'è pure qualche nuvola grigia - e i sentieri sono ancora poco o nulla battuti.

Nonostante alcune deviazioni non volute dal percorso previsto - cose che succedono se si è completamente estranei ai luoghi e ci si mette di mezzo anche la scarsa affidabilità della Kartina - il nostro giro esplorativo è andato forse anche meglio di quanto avrebbe dovuto.


Partiti lungo la piacevole stradina che, immersa nel verde del bosco, da Spiado (1325m) si apre nella vallata di Fierollo, siamo poi saliti tranquillamente prima verso i Laghi Bela Venezia (con una sola "l"!) e quindi alla Cima del Frate (2351m).
In realtà il nostro programma era quello di salire lungo la Val di Rava e fare il giro in senso inverso, ma quando, a Malga Fierollo di sopra, ci siamo accorti che stavamo percorrendo il vallone sbagliato ormai era troppo tardi ...
Ad ogni modo, la nostra via alternativa l'abbiamo trovata lo stesso senza gran difficoltà e, raggiunta quasi a sorpresa la vetta dopo un'ultima svolta del sentiero, ci siamo trovati giusto al cospetto del Frate.





Difficile non venire attratti immediatamente da questo enorme monolite di pietra dalla suggestiva forma di frate incappucciato nel suo saio grigio in placida meditazione sul bordo del precipizio.

Dopo aver ammirato questo spettacolo della Natura, mentre le nuvole correvano veloci lungo i pendii e avvolgevano a tratti qualsiasi cosa, ci siamo affiancati ad un altro gruppetto di persone con cane (che poi ... il mondo è davvero piccolo!) e abbiamo proseguito - tra resti di postazioni e camminamenti della Grande Guerra - lungo i  la Cresta del Frate.
In effetti questo tratto rende bene l'idea di trovarsi in equilibrio su di una cresta aerea: nonostante la condensa che nascondeva (fortunatamente) la vista, in certi punti la sensazione di vuoto tutto attorno era davvero irresistibile ...








Raggiunto, al termine della cresta, il Passo del Tombolin (2340m) e lasciata l'allegra compagnia di "amici" bassanesi, ci siamo avventurati verso valle cercando di interpretare le linee del paesaggio per aiutarci a trovare i pochi segnavia che spuntavano dalla neve, ritrovandoci così a precorrere un sottile sentierino lungo i ripidi versanti della Corona di Rava.
Da qui abbiamo sforcellato in direzione della Malga Rava di sopra e poco dopo, nel bel mezzo di un pendio erboso, sono sparite le tracce!
Anche qui non ci siamo certo persi d'animo e abbiamo proseguito tranquillamente - salvo qualche difficoltà, tra palù e risorgive, nel tenere gli scarponi all'asciutto - a vista fino alla vicina malga.
Ripreso il sentiero principale, abbiamo poi percorso fino in fondo la valle e, dopo aver attraversato un piacevole bosco di abeti, siamo ritornati - stanchi ma soddisfatti! - sui nostri passi mattutini.










A volte è bello andare anche così, senza tanti riferimenti, lasciando semplicemente andare le gambe dietro ai propri sogni, assaporando anche la libertà di potersi perdere ogni tanto ...

mercoledì 13 maggio 2015

Lavori in Corso #1 - Kras


Stavolta il weekend è stato proprio un tour de force, denso denso di novità: posti, persone (anche se "il mondo è piccolo") e nozioni ... da stramazzare al suolo con il fumo che ti esce dalle orecchie (e non solo per l'improvvisa ondata di caldo ferragostano)!
Il motivo di tanto impegno è che - beata incoscienza - ne ho combinata un'altra delle mie e, vista l'enormità di tempo libero a mia disposizione, ho pensato bene di iscrivermi ad un nuovo corso ...
Stavolta niente meno che per l'abilitazione ad Operatore Naturalistico Culturale regionale CAI ... e dai che si va con la collezione di "patacche" !

Così, sabato mattina, sola soletta con la mia macchinina (ma per il prossimo appuntamento auspico di trascinarmi appresso anche la Comare), mi sono lanciata in questa nuova avventura in lande pressoché sconosciute: il Carso (o meglio Kras ... a seconda di da che parte lo guardi!).
Più precisamente, la prima tappa è stata Doberdò del Lago.


Do-Ber-Dò. Mi è sempre piaciuto come suona.
Da un lato a orecchio mi ricorda un po' dobro, una delle pochissime parole slovene che conosco. Dall'altro mi sembra quasi l'inizio di un abracadabra ... 
Ed in effetti qualcosa di magico c'è in questo luogo, dato che ad apparire e scomparire è niente meno che ... il LAGO! Certo il mistero si svela facilmente se si pensa che la natura calcarea del sottosuolo ben si presta a questo tipo di fenomeno. Ad ogni modo, contrariamente a quanto speravo, non c'è stata nemmeno l'occasione di andare a visitare quel poco di pozzanghera attualmente presente ...
Infatti, a parte qualche boccata d'aria tra una lezione e l'altra, durante le quali ci siamo goduti il piacevole panorama dall'altro verso il mare (con tanto di spettacolo temporalesco serale), l'unica cosa che abbiamo visto per tutto il giorno è stata la stanza del corso con le sue scomodissime sedie.




Fortuna che almeno alla sera dopo cena, una volta presa un po' di confidenza gli uni con gli altri, ci siamo concessi una passeggiata fino al paese dove abbiamo preso d'assalto uno dei rarissimi locali aperti nei dintorni e - dietro suggerimento di uno del gruppo più edotto negli usi e costumi indigeni - ci siamo gustati un pelinkovac ... che va bene acculturarsi, ma non si devono trascurare certi piaceri conviviali ... e poi ci voleva proprio un digestivo, dopo un intero pomeriggio dedicato alla geologia (per me comunque "sassi") !



Domenica mattina invece, con la promessa di una giornata di sole caldo e cielo limpido, ci siamo spostati ad Aurisina/Nabrežina per un giro didattico in ambiente.
Penso sia stata una delle escursioni più impegnative degli ultimi anni: quasi 7 ore per fare meno 11 km e forse 300m di dislivello ... praticamente una processione!
In compenso ci siamo fermati ad osservare attentamente ogni "sasso", lichene (e giuro che esiste qualcuno che potrebbe parlarne per ore!), vegetale (erbaceo, arbusto o alto fusto che fosse), animale (fortunatamente scappati quasi tutti al nostro sopraggiungere), fenomeno meteorologico, cavità naturale, elemento antropico storico o contemporaneo (castellieri, chiese, muretti a secco, trincee, coltivazioni e casite, tanto per dire) ...
E questo giusto per fare un breve sommario.






















Di sicuro, oltre all'enorme quantità di nozioni che abbiamo cercato di assimilare avidamente, abbiamo potuto conoscerci un po' meglio e soprattutto, sul filo di una sottile competizione, abbiamo cominciato anche a "prenderci le misure" a vicenda sulle specifiche competenze.
C'é chi di "sassi" ne sa come se fosse stato presente fin dal momento dell'orogenesi (eh!), alcuni che conoscono le vicissitudini della Grande Guerra centimetro per centimetro per tutta la lunghezza del fronte ed altri ancora che riescono a riconoscere un albero anche dall'insetto che ci ronza attorno ...
Per fortuna che anch'io - dal basso delle mie poche nozioni di flora - ho potuto segnare qualche punto a mio favore!

... e comunque, non sarà una passeggiata ...

venerdì 8 maggio 2015

Punto


Dicono che per raggiungere un obiettivo l'importante sia di focalizzare la meta.
Questo ovviamente se si sa dove si sta andando.

Per fortuna non è il mio caso.