giovedì 29 ottobre 2015

LaGo(rai)


Habemus cartam!

Dopo lunga, lunghissima, attesa è uscita la tanto agognata n. 58 della Tabacco. Ed ora bisogna cominciare a verificarla sul campo ...

Tanto per cominciare, arruolati un po' di amici, siamo tornati in Val Malene a dare un'occhiata ad una meta che avevamo nella lista dei desideri già da un po': il lago di Costabrunella.

Lasciate le auto nell'affollato parcheggio di Malga Sorgazza, cominciamo a prepararci. La giornata è limpida e soleggiata ed anche incredibilmente calda per la stagione: se non fosse per l'oro dei larici sembrerebbe di essere ancora in estate.

Il primo tratto sale deciso in un fitto bosco di abeti rossi, un po' cupo e spoglio ma, non appena si apre il versante in quota, ci immergiamo nella luce calda e dorata dei larici baciati dal sole.
Alzandoci il panorama si allarga sempre di più e, mentre i due camosci della compagnia vanno avanti, il nostro gruppetto comincia a perdersi in sempre più numerose soste fotografiche, ottime anche per riprendere fiato e chiacchierare meglio...




Piuttosto accaldati, raggiungiamo gli altri alla diga del Lago di Costabrunella - decisamente basso rispetto a quanto ci si aspettava - e ci concediamo una sosta per un the (caldo) prima di proseguire ... manca ancora metà salita!


 


Lasciata la diga cominciamo subito a pestar neve: uno strato sottile e farinoso, che nasconde giusto i buchi tra i massi ed impone una certa prudenza ...
Dopo aver tagliato in diagonale tutta la conca sopra il lago, il sentiero fa una brusca inversione ed arriva quasi in piano a forcella Quarazza (in alcune carte Forzelin dei Partigiani), che ci offre una bella panoramica verso la Cresta del Frate.




 



Proseguiamo poi all'ombra della parete ghiacciata di Cima Brunella e, dopo un ultimo sforzo sui tornanti sempre più stretti del sentiero, finalmente raggiungiamo Forcella Segùra.
Qui il panorama si apre a 360° e, con una giornata così, toglie il fiato a dir poco ...
Così a colpo d'occhio, in lontananza verso est si intuisce il Brenta e un paio di piramidoni innevati che potrebbero essere benissimo uno dei giganti che segnano l'inizio delle  Alpi sud orientali, spostandosi verso nord-ovest il Catinaccio e la sagoma inconfondibile del Sassolungo, venendo in primo piano la Cima d'Asta e poi in fondo verso sud-ovest le Vette Feltrine ...

 

 




Inseguendo il profilo di tutte queste cime vicine e lontane per un po' ciascuno di noi si lascia trasportare dai propri sogni poi, dopo esserci riempiti gli occhi (mentre riempivamo anche lo stomaco) di tanta bellezza, ci rivolgiamo verso la sottostante Forcella Orsera verso cui dovremmo scendere per poter completare il giro ad anello come sarebbe nostro desiderio.
Il passaggio (normalmente attrezzato) è ben innevato e sebbene ci siano delle tracce fresche in salita, la maggior parte di noi lo trova un po' troppo alpinistico, così non ci resta che tornare sui nostri passi.


Scendiamo senza fretta, chiacchierando e ridendo, mentre il gioco delle luci verso il tramonto (è cambiata l'ora!) ci offrono ancora delle belle emozioni.

Arrivati a Malga Sorgazza decidiamo di dare un'occhiata prima di rientrare al parcheggio ed incontriamo il gestore che, nonostante sia in ferie, ci concede giusto una birra veloce al banco ... ma tanto noi in auto abbiamo una gubanetta che ci aspetta per festeggiare la giornata! :-)







La prossima volta - magari senza neve - speriamo di riuscire a fare il giro completo ... e poi chissà di trovare anche il lago bello pieno! 


martedì 27 ottobre 2015

Antro / Landar


A quanto pare certe volte la fortuna ti viene proprio in contro stendendo tappeti verdi e oro ...

Dopo vari tentativi, tra chiusure stagionali e restauri, finalmente abbiamo avuto l'occasione di visitare la Grotta di San Giovanni in Antro, a mezza costa nel colle alle spalle del minuscolo abitato omonimo, a metà strada tra Cividale e Pùlfero.

Terre di confine e luoghi di transito da sempre, le Valli del Natisone sono state popolate da santi eremiti, combattenti  di varie etnie e regine leggendarie.
E tutte queste genti hanno lasciato dietro di sé memoria del loro passaggio.

Nello specifico, nei pochi metri quadrati all'ingresso della grotta di San Giovanni si trovano tracce di opere che vanno indicativamente dal V al XVII secolo.
Davvero un piccolo gioiello incastonato nella roccia!

La strada da San Giovanni all'Antro

Scalinata di accesso

L'ingresso

L'ingresso dalla loggia esterna

Uno dei due criptoportici su cui è costruita la chiesa

Vista sulla valle, sulla destra si nota la sagoma di Castelmonte

L'interno della chiesa

Cappella romanica del diacono eremita Felix

Cappella tardo gotica del 1477

Altare ligneo barocco di maestro sloveno

L'ingresso alla grotta, con la teca con i resti e la ricostruzione di un Ursus Speleus

Stalattite fossile ad "ala"

Vaschette


Ovviamente anche la parte speleo-turistica della grotta è molto interessante!
Meriterebbe un ulteriore "approfondimento" ...





Andai nei boschi ...


"Volevo vivere profondamente, e succhiarne tutto il midollo..."
Walden, vita nei boschi - Henry David Thoreau











A quanto pare, a portare a spasso un Strega che crede nei sogni, poi si riesce a trovare pure qualcosa di buono. Anche quando non è luna ...


lunedì 19 ottobre 2015

Difficile


A volte è davvero difficile andare cercare il sole ...
Le gambe non vogliono saperne di andare avanti ed i pensieri sono come nuvole basse che pesano sull'anima ... ma l'importante è non arrendersi!









Val Talagona - Rifugio Tita Barba