mercoledì 12 aprile 2017

ConTRaSTarmoniA


E insomma, come se non mi bastasse fare i salti mortali per venire a capo dei vari impegni settimanali, avevo dato anche la parola alla Comare di accompagnarla una domenica in un sopralluogo in Carso.
E quindi ...

Ripresa giusto il sabato dopo una settimana di fastidioso raffreddore (o influenza?) fuori stagione e reduci da un'impegnativa cena sezionale, abbiamo recuperato lungo via l'amica Kuguniana - nostra affidabile guida sul territorio friulano - e siamo partiti, con il sole già alto in faccia, alla volta della Val Rosandra.

Una volta arrivati a Bagnoli/Boljunec ci siamo subito impegnati a studiare da vicino l'ambiente e le sue peculiarità, venendo subito attirati dalla fragranza di "capo in b" e kranz ...
Così, energizzati dalla colazione siamo partiti a spron battuto verso l'interno della valle, oltrepassando il Rifugio Premuda - il più a bassa quota lungo l'arco alpino - e perdendoci praticamente appena un paio di metri dopo, al primo bivio. Chi ben comincia ...



  



Raccapezzati nella moltitudine di stradine, sentieri e tracce abbiamo cominciato a risalire lo stretto vallone sotto il Monte Carso, fino all'omonima sella a dare una sbirciata verso il confine, salvo poi tornare sui nostri passi in direzione del cippo Comici, da dove siamo scesi lungo l'affilato "Ciglione" fino alla sottostante Santa Maria di Siaris.
Arrivati alla chiesetta, per nostra fortuna, abbiamo trovato un gruppo di scout che stavano facendo manutenzione in vista della funzione del pomeriggio e che ci hanno permesso di entrare per dare un'occhiata.



 





 


Recuperato in fretta il sentiero principale del fondo valle abbiamo proseguito tranquillamente fino alle case di Bottazzo, proprio a ridosso del confine con la Slovenia.
Qui abbiamo scoperto una piccola trattoria - a quanto pare piuttosto famosa - che ha stuzzicato immediatamente le nostre fantasie ... l'ora sarebbe stata anche quella giusta, ma in vista della salita, un po' a malincuore, abbiamo deciso di procedere a bocca asciutta.






Risalito in fretta un primo tratto boscoso, mentre la vista cominciava man mano a riaprirsi verso il fondo valle, abbiamo raggiunto la pista ciclopedonale, trovando subito ad accoglierci una bella panchina all'ombra di un melo selvatico fiorito di una vaporosa chioma bianca.
Quale miglior invito per una sosta ristoratrice?!

Dopo la pausa ci aspettava l'ultimo tratto di salita per rimontare il ciglione carsico, da dove finalmente abbiamo potuto goderci in pienezza  l'orizzonte del mare, prima di spingerci verso l'interno per conquistare la vertiginosa vetta del Monte Stena ("muro" in sloveno).
Qui la nostra Kuguniana finalmente è riuscita a trovare delle fioriture di pero corvino, ricercate ansiosamente tutto il giorno, neanche fossero stati esemplari di Scabiosa Trenta ...   :-)
















Così, concluso il grosso del nostro "lavoro", non ci restava che arrivare tra dolci saliscendi al vicino paese di San Lorenzo/Jezero, dove ufficialmente si concluderà l'escursione di Gruppo in programma per il mese prossimo.
Ormai rilassati, ci siamo fermati anche a chiacchierare per un po' con una "testa" che all'improvviso è spunta fuori da un buco nel terreno e che poi si rivelerà la prima di un numeroso gruppo di speleologi. Quindi, salutati gli amici ed arrivati al paese - dopo un attimo di smarrimento - siamo riusciti ad individuare il sentiero per tornare sul fondo valle per recuperare l'auto.










Ritornati al rifugio - letteralmente assediato di gente (e di cani) - ne abbiamo approfittato per rilassarci a lungo, festeggiando la bella giornata con birre fresche e un ricco piatto di affettati ... in effetti la parte più impegnativa di tutta l'uscita!



Dopo la mia prima puntata in Carso di un paio di anni fa, stavolta ho scoperto una zona che davvero non mi aspettavo. La Val Rosandra, nonostante lo sconsiderato tentativo di deturparla di qualche anno fa, mi ha sorpreso per la sua bellezza allo stesso tempo selvaggia, con le sue aspre pareti verticali, e suadente, con la ricchezza del suo torrente e della vegetazione: contrasti ed armonie naturali che creano un ambiente unico.
Una cosa che poi mi ha colpito molto è come, da qualsiasi punto la si guardi, la valle risulti sempre straordinariamente panoramica!

Non mi stupisce che da ogni anfratto si materializzino quasi dal nulla gruppi di arrapicatori o speleologi. Per non parlare poi di camminatori per tutti i gusti (dall'infradito allo scarpone) e ciclisti  (pure un monociclo!).

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