lunedì 27 febbraio 2017

Avanti ... sempre!


Ciò che si è (non) fatto, ciò che (non) si è detto ...
Una volta bruciata una scelta, un'opzione, non c'è più la possibilità di ritornare indietro sui propri passi.
Forse è proprio nell'inutile tentativo di cercare di rimediare alle occasioni perse che poi certe altre volte mi lancio in nuove avventure senza (quasi) neanche pensarci prima.

Vabbé ... sono fatta male, lo so!
Ma magari poi crescendo miglioro ... o anche no, visto che sono arrivata all'ultimo degli -enta e avrei anche quasi l'età giusta per essere una signora per bene. E invece mi è necessario il condizionale.
Ad ogni modo, tanto per non sbagliare, per non dare nell'occhio, alla mia ultima escursione invernale con il Gruppo, dato che era l'ultima domenica di Carnevale - una delle mie festività preferite - non potevo non ripresentarmi con indosso la mia mascherina rossa (che poi con la giacca da Accompagnatore si abbina proprio giusta) ...

Come sempre, a ridosso dell'uscita cominci(am)o una cabala di previsioni meteo, bollettini valanghe, telefonate e piani di riserva, fino ad arrivare a scrutare le webcam per cercare di capire i centimetri di neve da una valle all'altra ... roba da fuori di testa!
Ma se si tratta di condurre il Gruppo su un sentiero mai visto prima e potenzialmente a rischio valanga, mi si (ci) conceda pure una certa apprensione.

In realtà poi la perturbazione prevista è stata più avara di quanto ci si aspettasse e la poca neve a terra, facendo attenzione alle lastre di ghiaccio sottostanti, aveva una buona tenuta, quindi, una volta giunti alla malga punto intemedio del nostro percorso, abbiamo avuto la conferma che potevamo procedere senza problemi.












Lasciata la malga, dopo un primo breve tratto su traccia più ripida abbiamo preso la strada sterrata, in parte già libera dalla neve, e abbiamo proseguito per i lunghi tornanti fino a raggiungere trenquillamente il rifugio Marinelli, nostra meta.







Finalmente arrivati al rifugio, vero nido d'aquila a ridosso delle severe pareti del Coglians e sul versante opposto rispetto al vallone di salita, ho avuto la sorpresa di trovarmi davanti un paesaggio grandioso, completamente diverso da quello che avevamo appena lasciato alle nostre spalle.
Molti i nomi dei monti conosciuti, ma in realtà poco familiari.
Insomma mi si è aperto davanti un mondo nuovo da scoprire. 
Ad esprimerlo come si deve ci vorrebbe un bel aforisma di qualche grande alpinista o esploratore ... ma, anche a restarsene zitti a godersi semplicemente la vista, mi accontenterei di avere prima o poi la possibilità di calcare quei sentieri spersi laggiù verso l'orizzonte e magari, chissà, raggiungere pure qualcuna di quelle vette.





Dopo esserci ben goduti un sole dal gusto già primaverile sulla terrazza panoramica, mentre il cielo si andava velando di nubi, abbiamo ripreso la via del rientro, concedendoci, dove possibile, anche qualche sgambata fuori traccia, così, giusto per ricordarsi quanto sarebbe stato divertente se quest'anno fosse venuta un po' di più neve ...





Ma la parte più impegnativa per me è arrivata a fine escursione, a festeggiare a colpi di crostoli e brindisi di prosecco ... che mica c'ho più l'età per ste cose! :-)
Poi per riprendermi mi ci è voluto un buon tagliere di San Daniele con un bicchiere di Friulano ... e vonde!









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