giovedì 10 luglio 2014

Tornado


Devo averlo visto in qualche vecchio film americano. All'arrivo del tornado ci si nasconde in cantina e si apre la casa, che il vento le passi dentro, che la attraversi senza distruggerla.

Così faccio io.

Mi lascio attraversare dalle cose e resto nascosta ad aspettare che passino.
Ha ragione chi mi sa leggere dentro, fino in fondo, e ancora mi sbatte in faccia la verità. E la verità brucia. Sono come schegge di vetro che ti entrano nella carne, uno specchio rotto che rimanda all'infinito la tua immagine e riflette gli angoli bui della tua anima.

E' facile illudersi. A me riesce bene.

In quest'ultimo anno e mezzo credevo di essere cambiata, almeno un po', di essere migliorata. Ma in realtà ho solo messo un'altra bella maschera su quello che sono sempre stata. 

Un'ipocrita opportunista e vigliacca.

Sì. Cado sempre in piedi come fanno i gatti perché al momento giusto mi defilo in un angolo e lascio che siano gli altri a sbrogliare le rogne al mio posto. Mi nascondo dietro la brava ragazza indifesa sapendo che così posso sviare le mie responsabilità.

Ed egoista. Anche se ero quasi soddisfatta di esserlo.
Ho imparato che la mia felicità non può venire da fuori, che non posso aspettare gli altri per decidere cosa devo fare della mia vita. Ho capito che se faccio le cose per me stessa poi riesco a trovare gli stimoli per dare qualcosa anche agli altri. Ma il confine è sottile.
E' come camminare su una sottile lastra di ghiaccio sotto cui scorre un fiume nero ed impetuoso. Ci si illude che reggerà il nostro peso, che si ha imparato a muoversi, ma in realtà è una trappola pronta ad inghiottire tutto assieme. Tutto il male di noi. Tutto il bene che si vorrebbe preservare.

Eppure se dire la verità è una buona cosa, non sempre è anche quella giusta: per essere sinceri ci vuole un animo spietato. Ci vuole ...

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