mercoledì 12 dicembre 2018

SereniTà


Sinceramente negli ultimi cinque anni non ricordo un momento con minor propensione all'attività fisica e voglia di far bene. Davvero!
Sarà la stanchezza dell'ultimo periodo, sarà l'incertezza sullo stato dei sentieri in montagna, sarà il meteo che non invoglia, sarà la vecchiaia ... o magari è semplicemente pigrizia, ma sta di certo che in questo momento la montagna per me significa solo fatica fisica e un notevole sforzo mentale.
In certi momenti arrivo addirittura a chiedermi come faccia a piacermi una cosa che mi provoca una simile sofferenza ...

E niente, l'unica soluzione mi è sembrata una bella terapia d'urto.

Anche sta volta siamo partiti senza fretta, la giornata prometteva bel tempo e poi il sentiero è lungo e andava gustato con calma.
Salendo al Passo d'Aune abbiamo visto i primi alberi - in parte caduti, in parte spezzati - colpiti dalla tempesta di un mese fa. Non è piacevole, ma tutto sommato si temeva anche peggio.











Anche se sono passati cinque anni, ricordavo quasi ogni sasso del sentiero, anche se stavolta c'era molta meno neve e splendeva un bel sole.
Ormai a poche centinaia di metri dal rifugio abbiamo cominciato a pestare la prima vera neve: in breve i miei passi si sono fatti un po' più incerti e il riverbero del sole ha cominciato a darmi fastidio, così mi sono fermata un momento e ne ho approfitto per godermi l'ampio panorama ... e così anche il cuore mi si è aperto e mi sono trovata con le lacrime agli occhi dalla bellezza e dalla felicità di trovarmi lì ... in fondo c'è voluto poco per ricordarmi perché amo la montagna!


Essendo ancora presto per pranzare, tempo di riprender fiato, e abbiamo deciso di non rintanarci subito nell'accogliente rifugio, ma di continuare a goderci la bella giornata andando un po' più in su.
Arrivati alla vicina forcella, mi ha subito attratta dalla Busa delle Vette con la malga in fondo: non si poteva non andare a vedere ...
La stradina sembrava breve ed invitante, invece dopo i primi metri ci siamo infilati nell'ombra delle pareti rocciose e la malga è sembrata subito lontanissima, per di più, la neve crostosa accumulata dal vento e da alcuni scarichi, rendeva la progressione più impegnativa del previsto. Come se non bastasse, nel giro di pochi minuti si è abbattuta su di noi una vera e propria bufera di neve ... non ci abbiamo messo molto per decidere che la malga saremmo tornati a vederla un'altra volta!
Neanche a dirlo, tempo di fare un centinaio di metri ed era tornato a splendere il sole ...








Ridiscesi al  rifugio siamo entrati speranzosi di poter assaggiare la sua ormai famosa pizza ma, non senza una certa sorpresa, abbiamo scoperto che era completamente stipato di escursionisti affamati ...
Insomma anche per la pizza dovremmo tornare in un'altra occasione!

Così, visto che era ancora presto e la giornata invogliava a restare all'aperto, abbiamo preso una mulattiera in quota per andare a mettere il naso in un'altra busa verso il Pavione poi, trovato un bel posto panoramico sufficientemente riparato dal vento - o quasi - e ci siamo goduti il nostro pranzo prima di riprendere la (lunga) strada di rientro.






A quanto pare finalmente si ricomincia a pestare un po' di sentieri: ci voleva proprio!
E adesso speriamo solo che arrivi anche un po' di neve vera ...

Nessun commento:

Posta un commento