venerdì 1 settembre 2017

Granit-A


Finito agosto, finita l'estate!
Come è scattata la mezzanotte sul 1° settembre un anticipo di autunno si è intromesso di forza e a quanto pare ha deciso di tenerci compagnia per buona parte del fine settimana.
E tipo che poi lunedì ci sarà di nuovo un sole splendente ...
MMMHH ... Meglio ripensare ai bei giorni della settimana scorsa, quando ancora si poteva prendere un mercoledì mattina e decidere di andare a farsi un giro in montagna senza tanti pensieri.

E infatti, rientrati a casa dalle Marittime, abbiamo deciso di approfittarne per farci altri due giorni in quota tra le montagne che più gli assomigliano da questo lato delle Alpi: i Lagorai.
Che poi  - a me che ho imparato a camminare tra dolomie e calcari grigi - mica l'ho ancora capito da dove "mi è partito sto fotone" per le rocce granitiche ...

Come al solito siamo partiti da Malga Sorgazza, dove, purtroppo, sapevamo già che, dall'ultima volta che c'eravamo passati, dopo anni di impegno e resistenza a qualsiasi condizione (atmosferica), i tenaci gestori ferraresi avevano fatto fagotto - cane, gatto e tacchini killer compresi - e lasciato la malga. Non so se sia stato l'abbandono di un sogno - temo! - oppure un semplice trasloco - spero ... - ma pensavamo pure che in pieno agosto ci fosse qualcuno a gestirla. Invece era desolatamente chiusa.

Così, ingranata la marcia, dopo aver sfacchinato su per il Bualon sotto un sole impietoso, abbiamo raggiunto lo splendido Rifugio Brentari. Giusto in tempo per le nuvole!










La mattina dopo siamo partiti di buon'ora per salire la subito la vicina Cima d'Asta.
Desiderata da parecchio tempo sia da me che dalla Comare - che poi me ne ha dette pure di tutti i colori per averla fatta senza di lei - ma alla fine "conquistata" con talmente tanta facilità che quasi non mi è parso vero ...









Peccato che poi, già che c'eravamo, ho insistito per fare il Giro del Zimòn completo ...
Che in realtà è stato molto bello, nonostante qualche cengetta erbosa non proprio turistica e le sei ore di saliscendi da una forcella all'altra - tutte su gande, a parte la suddetta cengia - che ci vogliono (mediamente) per completarlo. Senza contare un'ora in più per fare la cima ...
Ma quando imparerò a non farmi prendere da certi entusiasmi?!
Unica nota negativa è che, quasi a metà giro, ormai ben in vista del Lago del Bus, il punto più basso dell'intero percorso, sia riuscita a metter male un piede e prendermi una storta ...   :-(
Neanche a dirlo, la cosa non mi ha fermato, anche se poi ovviamente l'arrancamento si è man mano sempre più accentuato. Anche perché che, dopo una doverosa quanto breve pausa rinfrescante in rifugio, c'erano quasi altre tre ore di cammino per tornare all'auto!












Ad ogni modo, anche se poi mi sono dovuta fare gli ultimi giorni di ferie in riposo forzato, ormai - caviglia e meteo permettendo - sarei già pronta per ripartire !!!


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