mercoledì 18 gennaio 2017

Marmotte, Musse e Cavai - su e giù per vecchi troi


A quanto pare sto prendendo un certo gusto alle uscite Km0.
Possiamo approfittarne per dormire un po' di più e fare comunque delle uscite soddisfacenti ... il sogno di ogni Stregamarmotta!
Stavolta in effetti il tratto in auto era davvero minimo. Quasi si vedeva il cortile di casa ...

Visto che uno più uno mi basta a fissarmi su un'idea, erano già state sufficienti un paio di informazioni perché in quest'ultimo periodo questa meta diventasse un ritornello fisso tra le mie proposte per la domenica. Se poi aggiungiamo pure che ha NEVICATO, ma ne ha fatta talmente poca che non vale nemmeno la pena di andare in quota, allora praticamente è fatta!

Parcheggiato lungo la strada a Revine, praticamente a ridosso del segnavia, abbiamo attraversato il centro, tra antichi portali e vecchi ballatoi pericolanti: negli ultimi anni questo e gli altri piccoli borghi della pedemontana stanno lentamente venendo recuperati e riabitati, ma di lavoro ce n'è ancora parecchio da fare ...

Con la debita attenzione alle strade ghiacciate del paese, siamo salti, con tanto di Via Crucis, fino al Santuario che domina dall'alto il caseggiato.
Qui, dopo qualche indugio, siamo finalmente riusciti a trovare il sentiero. Anzi, strada.
Ci siamo trovati, infatti, a percorrere subito una bella mulattiera nel bosco ceduo (moltissimi i castagni), chiusa tra muretti a secco e di cui molte pietre del fondo sono segnate da solchi: si tratta della Strada delle Musse, ovvero delle slitte che scendevano dai monti cariche di merci e prodotti.
Ogni tanto attraversiamo la strada sterrata - che ci causa spesso qualche dubbio sulla traccia da seguire - finché usciamo dal bosco su un bel balcone panoramico, dove ne abbiamo approfittato per una sosta al sole mentre ci si gustava l'occhio.
Rispetto ai giorni passati non faceva nemmeno freddo.













Continuando il cammino, dopo poco abbiamo trovato l'indicazione per una breve deviazione ad un castello: dei ruderi di mura di un'antica fortificazione di guardia adagiati lungo il costone, al cui ridosso qualcuno è riuscito a ricostruire un piccolo bivacco ...
Ripreso il sentiero, le tracce presenti - e i segnavia assenti - ad un punto imprecisato, ci hanno portato decisamente fuori strada e, senza nemmeno accorgercene, ci siamo ritrovati a salire su per un vecchio troi abbandonato, ma ancora ben intuibile.





Dopo qualche ultimo ravanamento alla fine siamo riusciti a sbucare fuori su una strada bianca, in quota ma piuttosto distanti dalla nostra meta, così abbiamo deciso che intanto era giunta l'ora per una bella pausa ristoratrice.



Proseguendo - su e giù - lungo le creste erbose spazzate dal vento, siamo poi finalmente riusciti ad arrivare al tanto agognato Pian delle Femene.




Dopo un breve sguardo affacciati verso le Alpi bellunesi, abbiamo deciso di proseguire oltre per intercettare un'altra strada per la discesa.













Scendendo tranquillamente per la lunga Strada dei Cavai, siamo rientrati lentamente in paese, ritornando al  Santuario proprio mentre il sole basso del pomeriggio ne animava gli insoliti mascheroni.



Come già visto in altre occasioni, ripercorrendo i vecchi sentieri a ridosso dei paesi si può ritrovare una dimensione domestica della Montagna, una traccia antica che purtoppo però si va sempre più perdendo.
Una Storia minore che, come troppo spesso succede, viene snobbata e che invece potrebbe offrire ancora molto ...

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