mercoledì 27 luglio 2016

Vecchio scarpone


Che abbia la testa dura non è una novità ... no?!
E se non avessi la testa più dura anche dei miei piedi, sicuramente non mi sarei ostinata a prendere ancora gli scarponi nuovi dopo che l'ultima volta mi hanno fatto patire le pene dell'inferno ...
Ma d'altra parte dovevo pur testarli sui due giorni. Poi l'intenzione era di metterci pure la soletta ...

Alla fine la mezza soletta in gel che mi ero procurata non ci stava e quindi niente.
Per fortuna il sentiero di discesa di domenica era abbastanza tranquillo e che, visto che ultimamente non sono in gran forma :-( , ho rinunciato al 3000 ...
Ma a parte questo piccolo rimpianto, il fine settimana è stato davvero piacevole. Anche perché ho scoperto una zona per me quasi del tutto nuova.


Stavolta siamo partiti col Gruppo di sabato pomeriggio, in una giornata calda e terribilmente afosa anche in montagna.
Dopo il primo paio di chilometri di "simpatico" asfalto che dalla località Malga Ciapéla arrivano alla Malga vera, il sentiero comincia a salire in maniera decisa nell'umido ombroso del bosco fino all'imbocco della Val Ombretta, dove ci si spalanca davanti una visione bucolica di verdi pascoli ed immense pareti nelle luci radenti del tramonto. E poi è la prima volta che mi trovo così, di fronte alla compatta muraglia di calcare grigio della parete sud della Marmolada ... la "parete d'argento" ... e devo ammettere che lascia davvero a bocca aperta!
La cosa migliore però è che in quota  l'aria della sera comincia a rinfrescarci - finalmente! - e così l'ultimo tratto per arrivare al rifugio diventa subito una piacevole passeggiata fra i larici.


 
     






Nonostante la vita di un vero rifugio non offra grandi comodità e gli spazi privati siano ridotti al minimo, devo dire che mi è sempre piaciuta. Se poi si dimostra rispetto per il posto e per il duro lavoro del rifugista, allora si è certi di trovare sempre un'ottima accoglienza. E in questo caso posso dire che il Rifugio Falier ci siamo trovati davvero molto bene!




Dopo una bella cena in allegria, tutti in branda per il solito concerto notturno di mantici e segoni, mentre la luna silenziosa sbircia dalla finestra con mezz'occhio mentre si riflette nell'ampia parete delle Pale del Fop.


Weg durch den Fisch



Alla mattina dopo i primi saluti ancora assonnati tra le brande da rifare, le file al bagno e il risveglio più o meno definitivo tra le tazze fumanti della colazione, ci si prepara svelti con la voglia di partire.
Però prima un momento di raccoglimento in ricordo di un amico che un'anno fa ci ha lasciato proprio qui in Marmolada ...
A maggior ragione, viste le poco invitanti previsioni per il pomeriggio, desistiamo da imprese più ardite e ci incamminiamo con passo leggero. Finché c'è il sole vogliamo goderne a pieno!


Io me la prendo con calma e faccio il passo dietro ad Alberto "il bambino terribile", che nonostante la salita non smette di parlare un momento. Poi però mi stanco di andar piano e, approfittando di un'attimo di sosta, riparto tirando sugli ultimi 200m di ghiaione.
In forcella mi aspettano gli amici per partire subito per i 3011m di Cima Ombretta, ma non mi sento in giornata e visti gli aspiranti alla vetta, preferisco risparmiare le energie per la discesa.
Nel frattempo ne approfitto per dare un'occhiata ai dintorni ...













Ben riposati, mentre vediamo i nostri amici salire rapidi sull'ultimo tratto di cresta prima della cima, decidiamo di riprendere il nostro cammino verso valle: ora tocca a me prendere il comando del gruppo e condurlo fino al prossimo rifugio.
L'inesauribile Alberto, quando non mi precede di un paio di passi, è dietro di me come un'ombra ... o almeno finché dal rifugio non cominciano ad arrivare degli effluvi di patatine fritte e non prende letteralmente la fuga!









Al rifugio ci concediamo una lunga sosta, mentre il cielo comincia a rannuvolarsi come da copione ...
E visto che la strada del rientro è ancora lunga è meglio rimettersi in marcia se vogliamo evitare la pioggia!




Qualche leggero sprazzo di pioggia fa a tempo di rinfrescarci poco prima dell'arrivo al paese di Penia, ma per fortuna si tratta solo di qualche nuvola passeggera e, una volta arrivati tutti, possiamo festeggiare assieme le due belle giornate appena trascorse.


Comunque ormai è deciso: per il trekking di quest'estate ritorno ai miei vecchi scarponacci di cuoio. Che almeno fino a 1000m stanno come una pantofola!

Nessun commento:

Posta un commento