lunedì 14 dicembre 2015

Ponte


A volte sembra proprio che ce la mettano tutta per complicarti la vita con cose di poco conto ...
Ad ogni modo, uno degli aspetti positivi delle festività natalizie é che, nell'inevitabile trambusto da fine del mondo che sembra doverle accompagnare inevitabilmente, ci si riesce anche a concedere qualche uscita extra. Indispensabile valvola di sfogo dall'isteria generale ...
Così, dato che a breve si ricomincia con il "lavoro" domenicale, si può approfittare di una festa infrasettimanale anche per fare una ricognizione in gruppo.

Pur non essendo più lontano di tante altre mete, conosciamo poco il Grappa e, forse proprio per questo, non lo frequantiamo solitamente, ma dopo quest'estate ormai c'era la curiosità di fare qualcosa ... magari pure di invernale ...
Certo preparare un'escursione in zone che non si conoscono basandosi solo su carta, relazioni e guide non è per nulla facile: le variabili sono tante e finché non si  tocca con piede, i dubbi rimangono.

E così, partiti alle primissime luci del matedì, abbiamo lasciato l'umidità di pianura alle nostre spalle ed abbiamo preso la Statale 141, alias Strada Cadorna, e raggiunto il settore sud-est del massiccio, a pochi chilometri dalla vetta principale.
Una volta usciti da fondo valle al sole le temperature si sono rivelate tutt'altro che invernali, e abbiamo sudato non poco per raggiungere il cimotto erboso del Monte Asolone.





 Questo rilievo che, a malapena, si distingue lungo la dorsale tra i Colli Alti e Cima Grappa divenne il punto chiave della resistenza italiana nelle fasi di attacco tentata dagli austroungarici all'indomani dello sfondamento di Caporetto e la croce di vetta - una sottile lastra di metallo lucente contro un cielo che, per alcune nubi passeggere, non ne vuol sapere di essere azzurro - rattrista come un pianto muto ...  
Dopo un doveroso momento di silenzio, riprendiamo subito il nostro percorso scendendo lungo la cresta in direzione del Col della Beretta - altra "cima" aspramente contesa durante la guerra - dove approfittiamo di un momento di sole per una sosta presso il cippo che ricorda i combattimenti del novembre 1917.
La panoramica è notevole: Monte Fior è giusto ad un tiro oltre il Canale di Brenta, verso nord fanno corona Lagorai, PSM e Vette Feltrine, mentre più vicino, verso nord-ovest il Sacrario militare si adagia silenzioso lungo il pendio  di Cima Grappa.

 


Proseguendo arriviamo ad incrociare una stradina sterrata che in un paio di tornati scende lungo il versante nord dei colli e arriva sulla strada che ci porta a rientrare verso est.
Lungo il primo tratto incontriamo parecchie "buche" scavate fra le lastre di pietra dove molto probabilmente c'erano delle postazioni austroungariche, tanto più che, mentre gli altri passano tranquilli, io mi ritrovo tra i piedi niente meno che una scheggia di quello che potrebbe essere stato un proiettile di grosso calibro o una bomba.








La strada, sempre sterrata, procede piacevolmente con pendenze moderate attraversando boschi misti (faggi, abeti rossi e abeti bianchi) che si aprono giusto in corrispondenza di Malga Fratte e la "sorella" Malga Farine.
Riconquistata la cresta, ci godiamo gli ultimi raggi di sole che accarezzano i colli, mentre la luce radente mette ben in evidenza le ancora tante cicatrici della Guerra ...




Terminata la nostra (lunga) passeggiata - approvata in pieno! - sul Grappa, non ci restava che concludere la giornata con una saporita merenda ...

Ma oltre alla bella esperienza in compagnia, di oggi ci rimane pure un mistero: cosa ci farà mai una (b)arca ad oltre 1000m di quota ...?!


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