venerdì 19 aprile 2019

Fiumi di Parole


Succede raramente, ma ogni tanto, a dispetto di tutte le previsioni negative,  le cose vanno incredibilmente tutte bene. Anzi vanno addirittura meglio di quanto non potessi mai sperare.
Certo poi io avrei la malattia di pensare che se avessi detto così o fatto colà sarebbe stato ancora meglio, ma alla fine va bene così.
Altrimenti poi non avrei nemmeno ulteriori margini di miglioramento ...   ^___^

Dopo settimane di asciutto, la perturbazione sembrava essere arrivata proprio per rovinarmi la festa, ma nonostante qualche incertezza il sentiero risultava comunque percorribile in sicurezza e, confermata l'escursione, il pulmino risultava pieno (avevo pure una lunga lista d'attesa di partecipanti!)

Giunti al nostro capolinea quasi sul confine sloveno, mentre una leggera pioggerella battezzava il nostro arrivo, un po' infreddoliti, ci siamo preparati velocemente per scendere sul greto del torrente Namlen, lungo cui si sviluppa il Sentiero naturalistico delle Cascate del Čukula.




Arrivati in pochi minuti sul fondo della valle, mentre le ultime gocce lasciavano spazio a qualche speranza di miglioramento, sono cominciati i primi guadi, qualcuno un po' al limite per l'agilità media del gruppo (ed anche della mia) vista la portata d'acqua, ma affrontati tutti con ordine e collaborazione. Robe da non credere!









Fermandoci qua e là per commentare ed apprezzare meglio i diversi spunti naturalistici lungo il sentiero, siamo finalmente arrivati alla cascata principale che con il suo salto ha suscitato l'ammirazione di tutti.
Ammirata la cascata ci siamo quindi ritrovati ad affrontare la salita più impegnativa del percorso, ma anche qui si sono comportati tutti al meglio ed abbiamo raggiunto senza intoppi il belvedere dove si era conclusa la nostra ricognizione. Da qui in poi era tutta una scoperta anche per me!
Dopo una sosta ristoratrice, abbiamo ripreso il cammino ridiscendendo oltre il dosso sull'alveo del torrente.
Qui il panorama ha cominciato a cambiare rapidamente: dopo qualche primo timido raggio, il sole è arrivato a scaldare tutta la varietà cromatica dei verdi del bosco e dei profondi azzurri dell'acqua limpida, rendendo davvero spettacolare quest'ultimo tratto del nostro percorso.









Dopo un'ultimo passaggio scenografico con tanto di ruderi di un antico mulino, abbiamo terminato il sentiero risalendo tra le case del borgo di Platischis, dove ci siamo cambiati e preparati per la seconda parte della nostra uscita: una visita alla vicina azienda agricola a passo Zore.
Qui la giovane proprietaria ci ha fatto conosce le sue simpatiche ragazze ed i loro ottimi prodotti ... insomma un'uscita conclusa in "buonezza"!






Ma non è finita qui!
Dopo questa bella domenica, il lunedì sera avevo un altro "lavoro" importante da portare a compimento.
Infatti qualche mese fa ero stata ingaggiata da una vicina Scuola di Escursionismo per una lezione dedicata all'ambiente montano ed alla flora e fauna alpine. Una bella sfida visto che, conclusa l'università, non ho  fatto cose del genere ...

Ed in effetti questi ultimi quattro mesi ci ho lavorato parecchio: raccogliere le informazioni, approfondire gli argomenti, trovare le immagini giuste, e poi aggiungere, togliere, modificare un'infinità di volte per cercare di fare un discorso completo, non troppo tecnico (limitato alle mie scarse conoscenze, via) e soprattutto contenuto anche nelle tempistiche.

Anche se poi fino all'ultimo non avevo alcuna idea di cosa sarebbe uscito: parlare in pubblico per quasi due ore non è semplice e tempo per provare l'esposizione non ne avevo avuto molto. Diciamo che confidavo nella mia incredibile capacità di fare un profondo respiro, spegnere il cervello, aprire la bocca ed andare avanti a ruota libera senza aver più coscenza di me stessa ... non so come ma la cosa va sempre alla grande!
E così in effetti è poi andata: ogni tanto passavo in rassegna le facce di fronte per verificare il livello di attenzione (o di panico viste tutte le informazioni con cui li ho sommersi) e davo una veloce sbirciata (per non farmi influenzare) alla Comare che nonostante tutti i miei tentativi di depistaggio è voluta venire a sentirmi (anche al costo di "perdersi" per strada).
Certo qualche momento di emozione e di tartagliamento ci sono stati, ma mi sembra di averli superati abbastanza bene.
Alla fine, una volta finito lo spettacolo e riaccese le luci, sono rientrata in me per ricevere con discreto imbarazzo dei bei complimenti. Insomma ho avuto quella manciata di minuti in cui l'autostima è schizzata alle stelle e ho camminato a mezzo metro da terra e pensando "ehi questo l'ho fatto io" ... E SON SODDISFAZIONI!!! 
 

 


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