venerdì 13 ottobre 2017

Alle Port(ul)E del Cielo


Adoro l'autunno in montagna.
Quando la pioggia evita di "benedire" le nostre domeniche e possiamo cavalcare lunghe creste in compagnia del vento.
Quando il sole e l'aria "sottile" ci inebriano a tal punto da farci conforndere con il volo sospeso dei gracchi.
Quando l'unico confine è solo il cielo blu sopra di noi.

Ora che, seppur con un po' di dispiacere, abbiamo passato la staffetta dell'esposizione sui grandi carnivori, finalmente anche gli impegni sezionali cominciano a diradarsi.
E anche se in questa stagione tendiamo ad essere sempre un po' più selvatici, ogni tanto qualche bella uscita riusciamo a gustarcela anche insieme al Gruppo.


A dire il vero, all'inizio, la giornata non sembrava proprio nata sotto una buona stella: il viaggio in pullman, tanto per cambiare, non è stato dei migliori e nemmeno il meteo sembrava assisterci ...
Per fortuna, non appena siamo riusciti a lasciarci alle spalle la pianura, siamo sbucati sull'Altipiano illumitato da una splendida luce autunnale, che ha rasserenato subito tutti gli animi.
Così, recuperata la nostra guida - l'immenso Gianni - e arrivati finalmente a destino, ci siamo subito incamminati di buono spirito.

Il primo tratto, su una comoda sterrata a pendenza costante realizzata durante la Grande Guerra, non ci ha imposto grandi fatiche, ed è stato soprattutto un buon riscaldamento prima di infilarsi su dritti dritti per un non-sentiero in un canalone che ci ha fatto sbuffare non poco, sia per il caldo sia per la difficoltà di prendere ciascuno il proprio passo, tutti in fila l'uno sui piedi dell'altro come eravamo.
Viste le mie ultime disavventure, negli ultimi giorni ero parecchio in apprensione per il tendine della caviglia sinistra ma, almeno questo, sembrava andar tutto bene. Non appena abbiamo cominciato la salita, quello che si è fatto sentire di più è stato lo stomaco che, con qualche stretta ogn tanto, mi ricordava il mese abbondante di quasi totale inattività.









Per cercare di smuovere un po' la processione, il buon Gianni ha provato a riportarci sul vecchio sentiero, verso Cima Larici, ben visibile ma dismesso, in quanto colpito in pieno da un'incendio - doloso - un paio di inverni fa.
Da brava ravanatrice io mi sono anche divertita del fuori programma attraverso i mughi bruciati ma, anche se confido nella vita che poco a poco si sta riprendendo anche tra la cenere, devo dire che stringeva proprio il cuore vedere gli effetti del devastanti fuoco. Specie poi sapendo com'era prima ...


... xe de oro ...










Finalmente usciti dal ginepraio mugheto ci siamo ritrovati sulla lunga cresta a picco sulla Valsugana, giusto alla base del ripido costone di salita alla vetta.
Poi, ristorati e rinfrancati dall'aria fresca, abbiamo risalito l'erta fino alla prima cima, dove ci si è aperta l'ampia e lunghissima dorsale del Portule.
Sotto di noi l'intero Altipiano e tutto attorno solo cielo e montagne. Veniva quasi voglia di aprire le ali ... 

 







Raggiunta la vicina vetta, ci siamo concessi una comoda pausa panoramica prima di cominciare la cavalcata in discesa accompagnati dal vento.

 

 
 




 

Anche se le pause non sono mancate, la voglia di restare lassù e continuare ad esplorare e conoscere sarebbe stata davvero tanta.
Peccato solo che poi, una volta ritornati sulla sterrata ne avevamo ancora più di un'ora di cammino prima di rientrare al pullman ... per fortuna, quasi a consolarci, siamo stati accompagnati fino all'ultimo dal calore del sole pomeridiano e dal colore dei primi colori autunnali.




   





Escursione semplice e tranquilla, ma comunque spettacolare.
E poi trovare una splendida giornata ed avere la guida giusta hanno fatto davvero la differenza.

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