giovedì 8 giugno 2017

Mete esotiche - toccata e fuga!


AAHHH ... la calma placida dei mari tropicali ...
Sì beh, qualche era geologica fa magari c'era pure il mare, ma direi che la Carnia ha il suo facino anche così com'é oggi  ...
E prima o dopo era d'obbligo tornare: troppe ancora le valli da esplorare e le cime da salire!

Dopo un paio di giretti in zona del Passo Cason di Lanza la nostra voglia di continuare ad esplorare aspettava solo di trovare l'occasione giusta. E così, infatti, abbiamo approfittato del ponte del 2 giugno per fare qualcosina in più ...

La volta scorsa lo (la) Zermùla aveva attirato irresistibilmente la nostra attenzione ...
Quindi venerdì mattina, appena arrivati al passo, ci siamo subito affrettati in direzione della sua imponente parete nord - non molto alta in realtà, ma lunga oltre un chilometro - e, dopo un'ora di sgambettata, abbiamo raggiunto l'attacco della ferrata "Amici della Montagna".
Nel frattempo altri tre ragazzi che si stavano cominciando ad imbragare ma, visto che loro se la prendevano con fin troppa calma, alla fine (fortunatamente) siamo partiti prima noi.

 





Poi, a dire il vero, i primi metri - ben verticali e poveri di appigli - mi hanno fatto sudare freddo (strano!) ma, a parte qualche passaggio sulle placche lisce e qualche tratto ancora innevato, la ferrata nel complesso si è rivelata abbastanza tranquilla e, in un'oretta, siamo usciti sulla cresta a non molta distanza dalla croce di vetta.
E, raggiunta con qualche altro facile saliscendi la cima erbosa, ci siamo finalmente presi qualche meritato minuto di relax per toglierci gli imbraghi e goderci il panorama.








Purtroppo le previsioni meteo per il pomeriggio non erano delle più rassicuranti e visto che le nuvole che ci accompagnavano dalla mattina stavano diventando sempre più grigie e pesanti, abbiamo deciso di scendere senza stare ad aspettare altro tempo.

In teoria poi avremmo dovuto fare il sentiero normale per abbassarci più in fretta ma, non si sa come, ne abbiamo mancato l'imbocco e ci siamo trovati a percorrere la traccia lungo la cresta attraverso i resti delle trincee italiane. Alla fine forse è andata meglio così perché si è rivelato un percorso piacevole e molto interessante.





Ripreso il sentiero sui prati fioriti di diversi anemoni - ma molti altri boccioli promettevano a breve fioriture ben più ricche e variegate - siamo rientrati al passo, sollecitati da qualche tuono e qualche goccia sporadica, mentre già sbirciavamo le altre cime vicine per qualche altra avventura.




Dopo esserci sistemati e riposati in rifugio, visto che la pioggia tardava ad arrivare, ad un certo punto siamo pure andati a fare quattro passi per ingannare il tempo prima di cena.
O almeno quella era l'intenzione, visto che dopo appena qualche centinaio di metri siamo dovuti ritornare indietro di corsa (e non tanto per dire): nel giro di pochi minuti ha cominciato a diluviare, con tanto di lampi, tuoni e grandine ... ma per fortuna è durato poco!



Il sabato mattina, dopo una fantastica cena ed una tranquilla nottata, ci siamo alzati con un bel sole splendente. La condizione ideale per andare a vedere da vicino una delle altre grandi attrattive della zona: la Creta d'Aip, vero tesoro geologico (come lo è, d'altra parte, tutta la zona del Passo).


Partiti di buona lena, abbiamo attraversato l'intera Val Dolce (che bel nome!) e siamo arrivati sul sentiero della Traversata Carnica che corre lungo tutta la parete sud.








E già che c'eravamo scorrazzati il set, come via di accesso abbiamo scelto la ferrata italiana delle "Crete rosse": breve (circa 150m), verticale ma ben protetta all'interno di un camino e soprattutto, a differenza di quella del giorno prima, sempre molto ben appigliata.
Si è rivelato un po' più laborioso solo un passaggio verso la fine, leggermente strapiombante e con una staffa alta, ma per il resto devo dire che stavolta mi sono pure divertita!





Terminata velocemente la ferrata, abbiamo dovuto salire ancora un bel po' lungo la spalla rocciosa orientale prima di arrivare al vero e proprio pianoro della sommità della Creta d'Aip.
Che poi, a sentirla sempre descrivere come un "ferro da stiro", pensavo si trattasse di un grande catino piatto ed uniforme, invece ci siamo ritrovati in un altipiano discontinuo e fortemente carsificato.
E alla fine non sono nemmeno sicura di esser riuscita a distinguere bene la differenza tra i due diversi strati geologici - Calcare del Trogkofel (Permiano inferiore) e Breccia di Tarvisio (Permiano superiore) - che caratterizzano l'area ...




Ad ogni modo, mentre salivamo il cielo ha cominciato a rannuvolarsi sempre di più, così anche stavolta, raggiunta la croce di vetta, abbiamo fatto solo una brevissima sosta prima di rimetterci in cammino per la discesa. Che la parte più difficile doveva ancora venire!

Riattraversato di nuovo il pianoro, scendendo nella direzione opposta a quella da cui eravamo venuti, dopo poco ci siamo trovati di fronte alla via normale.
O meglio: al di sopra, visto che la via andava giù dritta (con passaggi di I/II) per una traccia molto sporca ed abbastanza esposta. Per quanto mi riguarda poteva esser peggio solo se avesse piovuto ... ma per fortuna, a parte qualche goccia, il meteo ci ha risparmiato.





Ritornati finalmente "con i piedi per terra" sul sentiero della mattina, abbiamo preso velocemente verso la Sella di Val Dolce: una bella cavalcata lungo il crinale di confine con l'Austria.
Anche stavolta le malghe sull'altro versante si mostravano invitanti a breve distanza, ma - al di là del meteo sempre minaccioso - era ben più forte la curiosità verso la torbiera d'alta quota e la leggendaria Grotta di Attila.





Alla grotta ci siamo armati di frontale e ci siamo addentrati nell'oscurità per alcune decine di metri, poi purtroppo il fondo si è rivelato troppo "umido" per i nostri scarponi e così la nostra esplorazione speleologica si è dovuta arrestare.





Rientrati velocemente al Passo, soddisfatti del gran bel giro fatto, alla fine ci siamo pure gustati una ricca merenda!


Peccato solo che per un piccolo "disguido" sulle prenotazioni non abbiamo potuto pernottare un'altra notte e siamo dovuti scendere verso valle.
Vorrà dire che continueremo le nostre esplorazioni le prossime volte!



Nessun commento:

Posta un commento