giovedì 16 marzo 2017

OrienTe


Dunque. Fine settimana talmente intenso che sono ancora stordita e nemmeno io so da dove iniziare ...

Tanto per cominciare il sabato, dopo il minimo sindacabile di pulizie domestiche (come al solito) ed il consueto appuntamento in piscina, sono partita via di corsa per il mio primo allenamento di orienteering. Sì perché, come se non avessi già abbastanza idee malsane per conto mio, riesco a farmi promotrice anche di quelle degli altri.
Peccato che poi la Comare in oggetto fosse impegnata a sollazzarsi tra le nevi con i resto del Gruppo, così sono andata da sola a fare una prova.
E bh! Sinceramente me lo aspettavo un po' diverso (anche se forse è dipeso dall'ambiente in cui si è svolto), ma intanto sono riuscita a non perdermi - o a (ri)trovarmi? - e comunque mi ha lasciato la curiosità di riprovare per capire se è una cosa che può piacermi.


Finita la caccia al tesoro delle lanterne, non ancora stanca (nooo!), ho riattraversato mezza provincia per farmi portare fuori a cena. 
Che poi questo comportasse un'altra oretta di cammino per arrivare in cima al Visentin è solo un dettaglio, d'altra parte non si poteva rinunciare ad una luna (quasi) piena così!
Salendo brevemente da forcella Zoppei - verso il rifugio che, con tutte le luci e le antenne, sembrava proprio una base aliena - abbiamo potuto goderci in solitudine il silenzio della notte luminosa ed il firmamento urbano ai nostri piedi. Quasi non si potrebbe chiedere di più dalla vita.
A parte magari un po' di neve in più e qualche influsso lunare sull'umore in meno  ...







Per quanto riguarda domenica ... MMMHH ...
Diciamo che non è stata proprio una giornata semplice, con momenti della serie "chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo" ?


Ovviamente partiti sul tardi, dopo qualche indecisione, ci siamo risolti per un giro nella bassa friulana che avevo nella mia lista dei desideri da un po'. L'Anello del Ciavac.
Sulla carta sembrava un'escursione ad anello abbastanza facile e veloce, con partenza dal centro del paesino di Andreis. Ed in effetti il primo tratto del sentiero, rallegrato dalle prime fioriture della stagione, è stato molto piacevole.




E poi BH! Non sono mai stata un genio in psicologia, quindi a volte ho le mie serie difficoltà a capire gli altri, specie se non mi si dà un qualche aiuto ...
Su un sentiero è facile: quando non ti capisci più giri i tacchi e torni da dove sei venuto, che prima o poi ti ritrovi. Sempre che tu sappia dove (chi) eri prima di perderti ...
Beh, forse non è proprio così facile nemmeno in montagna, ma se non altro la metafora di vita calza molto bene.


Ad ogni modo, tornato all'escursione, dopo un bivio, andando a memoria sulle informazioni della guida che avevo letto, sono riuscita ad infilarmi dritta dritta su per il vallone sbagliato, perticando per quasi un'ora buona tra i grebani prima di arrendermi all'evidenza (per me non tanto!) e risolvermi a tornare indietro.
Quando si dice avere la testa dura ... e comunque a me la digressione selvatica è pure piaciuta!





Ritornati sulla traccia giusta, abbiamo dovuto riprendere quota per superare la forcella de Le Pitte e cominciare la discesa verso il fondo valle, a raggiungere il greto del torrente Susaibes.


E se prima della forcella abbiamo attraversato un ambiente di media montagna abbastanza classico, appena varcato la soglia del nuovo versante ci siamo ritrovati catapultati in un paesaggio che potrei tranquillamente definire primordiale: dal fondo ghiaioso la forra, attraversata da una linea tettonica, emergono enormi spuntoni rocciosi.
Sembrava che le rocce fossero state spezzate con violenza e rimaste poi aperte, come sventrate ... quasi mi aspettavo di veder apparire da un momento all'altro un lucertolone preistorico!




Infine, lasciato il corso del torrente, siamo risaliti verso il paese, ritornando a percorrere i piacevoli sentieri tra gli antichi borghi.


 


Fine settimana intenso anche solo a (ri)pensarlo ed a provare a scriverne.
Spesso mi chiedo chi me lo faccia fare di prendere tutti questi impegni, da dove nasca tutta questa bulimica voracità di fare sempre qualcosa: non credo che si tratti di semplice curiosità, ma che possa esserci anche una recondita necessità di compensare l'apatia della gioventù oppure, più probabilmente, che rappresenti una via di fuga/sfogo per l'insoddisfazione del lavoro attuale.
Il problema è che a volte mi sento davvero (quasi) incapace di fermarmi, di prendere fiato, fare il punto della situazione e cercare di orientarmi per andare avanti ... magari provando anche a non perdermi per strada nel frattempo. Anche se poi non lo so bene nemmeno io dove sto andando!

L'importante per me è continuare ad andare avanti - non necessariamete in linea retta - provando ad inventarmi man mano la mia Via ed orientandomi a vista - a cuore - magari (in)seguendo animali selvatici o facendomi guidare dalla luna ...



Nessun commento:

Posta un commento