lunedì 31 ottobre 2016

CambiOrA


Ogni volta un dramma ... avanti, indietro, ora vecchia, ora nuova ... Ora ...?
Poi se la notte prima va un po' lunga ... hai voglia a recuperare solo un'ora di sonno!
E insomma ogni tanto capita pure a noi di partire con il sole già alto.

Passate velocemente in rassegna le possibili mete vicine alla fine abbiamo scelto quella più naturale per una giornata così ... IL CAMPANILE !

Arrivati all'ampio parcheggio del Rifugio Pordenone quasi stentiamo a trovare un posto libero. Di solito non ci poniamo nemmeno il problema, ma a metà mattinata persino qui c'è traffico!
Al rifugio c'è già movimento, è il giorno di chiusura e sicuramente molti ne approfitteranno, ma noi passiamo larghi, districandoci tra le infinite tracce tra le ghiaie del torrente.
Spesso ci sono dei massi da risalire o salti da fare, ma più spesso gli scarponi affondano facendo arretrare un mezzo passo ... intanto con la cena della sera prima continua a pesare sullo stomaco - con i vari connessi - e con il caldo quasi estivo, la salita mi fa penare non poco. 
Non vedo l'ora di arrivare in cima, ma più che la voglia di vedere finalmente da vicino "IL" la mia è ansia di porre fine alla sofferenza della salita ... che mal presa!
Mi viene da pensare anche che le coppie di alpinisti Cozzi-Zanutti e Von Glanvell-Von Saar dovevano  essere proprio dei (mezzi) bracconieri per venire a trovarsi una cima del genere praticamente in mezzo al nulla.
Vabbé! mi consolo pensando a quanto sarà divertente poi la discesa ...


 


  
 

 


  
A un certo punto la Val Montanaia fa una curva, si restringe e si impenna ed è lì allora che cominci a vederlo che sbuca - ora dietro una roccia, ora dal folto di un gruppo di larici - curioso, quasi ti aspettasse.
E intanto tu sali e già ti pregusti l'arrivo, ma invece c'è l' "Effetto Tour Eiffel" che ti frega e se già da lontano ti sembrava grande abbastanza da essergli vicino, poi devi salire ancora e ancora ... e intanto lui cresce sempre di più manifestando la sua imponenza in maniera ineludibile.
Alla fine gli sei sotto non puoi che buttare la testa indietro e aprire la bocca mentre, narciso, si offre nei suoi mutevoli profili ...


 

Le ultime due rampe le peno davvero, lo stomaco mi comincia a girare e non capisco più se devo buttarmi nel primo mugo a tiro oppure mangiare qualcosa, poi entro nel cono d'ombra del Campanile e per fortuna il drastico cambio di temperatura mi dà la sferzata necessaria per arrivare a conquistare il mio posto al sole sul prato davanti al Bivacco Perugini.

 
 

 

  
Ci godiamo lo spettacolo delle forme fantasiose delle cime del catino in cui siamo e di fronte a noi, sullo sfondo, i boschi arancio e blu lungo la dorsale di Casera Roncada con la paretona del Ferrara e le Cime Postegae. La fantasia corre ...
Intanto, al centro del nostro piccolo universo, sul Campanile sono impegnate parecchie cordate. A un certo punto suona la famosa campanella ... qualcuno ha appena realizzato un desiderio!
Per noi invece è il segnale che è ora di cominciare la discesa. Anche l'ombra del nostro grosso gnomone di roccia conferma che siamo qui già da un bel po' e purtroppo è giunto il momento di andare.
A metà sentiero ci voltiamo per un ultimo saluto. E'un arrivederci, prima di buttarci giù di corsa sulle ghiaie veloci. Ed è davvero uno spasso!


 
 
Per concludere bene la giornata scendiamo passando per il rifugio a trovare gli indaffaratissimi ma sempre sorridenti Ivan e Marica. Giusto il tempo di una veloce merenda e poi si rientra.


E mentre le cime più alte si infiammano lasciamo la valle già sognando le prossime volte ...


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