venerdì 8 gennaio 2016

Davanti un Anno


Passato il Capodanno (divertendomi a fare la gestora del nostro rifugio che, tra l'altro, vedevo per la prima volta in versione "estiva"), è arrivato l'inverno, quello vero, con temperature basse e finalmente un po' di ... NEVE!
Abbiamo persino potuto godere della magia del risveglio con la città imbiancata (ma per fortuna poi è durata solo mezza giornata prima di sciogliersi e dare noie alla circolazione).





Passata anche la vigilia dell'Epifania - chetuttelefesteportavia - con relativi pinza e Panevin, comunque ci avanzava ancora una giorata di festa per andare a pestare quel poco di neve caduta.
Così, partiti un mercoledì mattina che sa tanto di domenica, ci prendiamo i nostri tempi per goderci il panorama imbiancato - a bocca aperta quasi non si avesse mai visto la neve - mentre attraversiamo la Piana del Cansiglio, in versione quasi polare con i suoi -10° mattutini ...

Lasciata l'auto, cominciamo a seguire la strada forestale che in breve ci porta all'interno della faggeta. Saliamo senza fretta - a volte pure fermandoci per chiacchierare meglio - fino a quando non usciamo nei pressi di una casera semidistrutta da un incendio ...



 



Dopo aver valutato le cime circostanti decidiamo che oggi non abbiamo proprio voglia di far fatica, così prendiamo a salire lungo il vallone di fronte a noi, fino a raggiungere la forcella.
Un attimo di riposo e poi saliamo a vista la dorsale del monte prescelto. La poca neve a tratti  è ventata e lascia affiorare rocce ed erba, mentre in altri punti, dove si è accumulata (e quasi nulla trasformata), si affonda quasi fino al ginocchio nei buchi tra i rododendri e i ginepri nascosti.
La progressione a "scarponi nudi" non è delle più comode, ma sono solo un paio di centinaia di metri (scarsi) e raggiungiamo velocemente la vetta di quello che poi verificheremo essere il Monte Forcella.






 



La facile cima ci regala comunque una vista panoramica notevole, ma poi il vento freddo ci convince a tornare subito sui nostri passi.
Una volta tornati alla forcella decidiamo di andare a curiosare dalla parte opposta sul largo rilievo al cui bordo, dall'alto, avevamo visto delle panchine.
Il posto sembra ideale per una pausa, mentre un timido sole finalmente comincia a portare un po' di luce anche sopra le nostre teste, rompendo così il freddo monocromo della Piana.
Certo la temperatura non invita comunque a fare soste troppo prolungate, così, tempo di mangiare qualcosa, e preferiamo rientrare.
Ma sempre con molta calma.











Un ultimo sguardo indietro - come a voltarsi a guardare un anno finito, per realizzare che ne abbiamo già cominciato un altro - e riconosciamo la cima "conquistata" oggi: sembra così distante, eppure poche ora prima eravamo proprio lassù.

Poi ci voltiamo, che è ora di andare avanti ...!



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