martedì 8 aprile 2014

Brava


Fare per accontentare gli altri o fare per soddisfazione personale ...?

Nonostante in genere non abbia bisogno di trovare un perché del fare determinate cose, ammetto che, quando devo impegnarmi oltre al mio (solito) livello minimo di sufficienza, pensare alle persone che ho accanto - a cui voglio bene o che comunque stimo - spesso mi è molto di aiuto.
Diciamo che è un mio modo astruso per renderli orgogliosi di me, anche se poi loro, di tutta questa mia paranoia, sono completamente all'oscuro ...

Sarà scarsa autostima (ZER0!) o necessità di riconoscimento, ma ho sempre avuto una forte dipendenza dell'altrui approvazione (chiamarla carenza d'affetto non mi piace), tanto da imparare a "fare la brava", ad indossare una maschera di mitezza e modestia a seconda delle necessità.

Ma ho imparato che giocare con maschere ha i suoi rischi, e soprattutto ho capito che voler compiacere gli altri non sempre ne vale la pena ... anche se confesso che mi è rimasta addosso un po' di falsa modestia ... 
O forse è solo il mio non voler mostrare il mio desiderio famelico di complimenti, anche se questo desiderio è stato spesso disatteso proprio nei momenti in cui più mi sarebbe piaciuto anche solo condividere il raggiungimento di un traguardo ottenuto con il dovuto impegno ...

Ma ho imparato a prendermi le mie soddisfazioni da sola, per me stessa ...






Ma a volte non mi basta lo stesso ...

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