mercoledì 29 novembre 2017

Su e Dò(o)


E quindi neve!
Le ultime perturbazioni ci hanno regalato un bel manto bianco ed è nostro dovere approfittarne fin tanto (o fin poco) che durerà.
Anche se ci ha obbligati a due domeniche casalinghe (in realtà quest'ultima c'era più che altro necessità di riposo), quella della settimana scorsa ne abbiamo approfittato subito per una facile ricognizione.
Che è sempre un lavoro ingrato ...   :-)
Quella mattina, partiti speranzosi per la Val Comelico, poi al momento di incamminarci, visto che non si vedeva un gran che di neve verso le cime, abbiamo deciso di lasciare le ciaspole in auto (riesumate dal ripostiglio il sabato sera in un finto slancio d'entusiasmo).
Ed in effetti, a risalire il primo tratto della forestale, l'unico impegno sembrava essere solo quello di fare attenzione a non incrociare le tracce di neve dura e ghiacciata.

 
 



 

Ma salendo, ben presto la neve si è fatta via via più abbondante. E stavolta sì siamo riusciti a procedere ringraziando le tracce già presenti.
Godendoci il bel bosco, che qua e là ci lasciava già immaginare il panorama verso valle.
Ad una svolta, in uno piccolo slargo assolato, siamo rimasti poi a dir poco stupiti ed incantati: un numero infinito di sottilissimi fili di bava, come festoni iridescenti, si incrociavano tra i rami, scendendo din quasi a terra. Una vera meraviglia per gli occhi!
Senza parlare poi del numero imprecisato di minuscole cince curiose tutto attorno, che se la ridevano argentine quando, sul più bello che pensavo di averle inquadrate, mi sparivano dall'obbiettivo come spiritelli dispettosi (però una collezione di foto di rami secchi ripresi a caso mi mancava proprio)!



Pur rimpiangendo la mancanza delle ciaspe, abbiamo proceduto piacevolemente in moderata pendenza, superando poi l'ultimo dosso che ci ha portato ad uscire sul costone.
Peccato solo che proprio in quel momento si alzasse un forte vento che, giocando con le nuvole, faceva sparire il sole, trasformando di volta in volta il paesaggio.

Lottando per stare in piedi, tra il mezzo metro di neve farinosa e la potenza del vento che spazzava le cime spoglie di vegetazione, siamo riusciti a percorrere l'ultimo chilometro che ci separava dalla nostra meta. A dire il vero una cima senza alcuna attrattiva propria, se non fosse al centro di un panorama spettacolare.
L'ultimo tratto di salita poi è stato davvero incredibilmente faticoso ed entusiasmante allo stesso tempo ... non ricordavo quanto fosse bella la neve!












 









Dopo una meritata pausa al riparo di una centralina meteorologica - mentre dalla zona Peralba stava entrando una scura nuvolaglia poco rassicurante - abbiamo cercato di intuire la prossima via di discesa. 
E qui ho cominciato ad essere dubbiosa. Se dalle carte e dal satellite l'immagine mentale che mi ero fatta del percorso di salita era puntuale alla realtà, dalla cima all'imbocco del sentiero di discesa il terreno non era proprio come me lo aspettavo.
Infatti, deciso di procedere comunque come da programma, proprio sotto la cima, abbiamo dovuto passare un traverso che, in condizioni diverse, non sarebbe stato molto raccomandabile.
In due può ancora andar bene, ma per un Gruppo sarà meglio pensare ad una alternativa ...


Scendendendo nel bosco, stavolta avaro di panorami, arriviamo ai tabià alti che puntuale ci raggiunge anche la bufera prevista per il pomeriggio e che ci terrà compagnia mentre attraversiamo tutto il piccolo paese di Costalta. 
Così, di fermarsi a guardare le sculture di legno, neanche a parlarne.







Usciti dal paese, dopo che la perturbazione ha cancellato il panorama e ci ha rovesciato addosso una bella dose di minuscole sferette ghiacciate, il sole ritorna altrettanto velocemente ad illuminare le montagne, regalandoci un tramonto da fiaba.







Che il coraggio sia una delle mie caratterstiche direi proprio di no.
In quanto ad avere la testa dura non mi batte nessuno, se poi si tratta di combinare pasticci e fare cose insensate direi proprio che sono all'ordine del giorno, ma in quanto a coraggio preferisco sempre stare un buon passo indietro rispetto alla linea di rischio. 
Magari peccherò di eccessiva prudenza, ma d'altra parte cosa si può pretendere da una marmotta ...

Monte Zovo - Dòo
 

 

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