mercoledì 3 febbraio 2016

La MilLenAria


Grazie alla mia compagna di studi all'università originaria di Donnas, in passato ho potuto visitare la Val d'Aosta diverse volte e nelle varie stagioni, scoprendo spesso anche angoli meno turistici.
All'epoca la montagna era già un richiamo forte - sicuramente una passione, ma non ancora uno stile di vita - e questo ha fatto sì che con le montagnes valdôtaines stabilissi un legame particolare.
Più recentemente, sono tornata per (ri)scoprire le valli di questa magnifica Regione insieme a chi ne conosceva già le immense vette. E tanto ce ne sarebbe ancora da esplorare ...

Erano un po' di anni che attendevo questa occasione (anche perché la Foire d'Eté non è esattamente la stessa cosa...), ma finalmente il 30 e 31 gennaio - date canoniche ultramillenarie - sono arrivati giusti per potersi concedere un fine settimana quasi-lungo per andare ad Aosta per la Foire de Saint Ours.
Che emozione!!!





Così, fuggiti presto dai rispettivi uffici (che ansie però per poche ore di ferie!) e lasciato alle spalle le strade congestionate di Milano con le ultime luci prima della sera, dopo una pausa per cena, siamo finalmente arrivati al simpatico B&B sulle colline sopra la conca di Aosta che avevo prenotato alcuni mesi fa.

L'indomani ci siamo svegliati mentre da est, dal fondo della Valle, il sole si alzava illuminando le montagne ...
Sarebbe stato fantastico rimanersene a lungo sotto le coperte a godersi lo spettacolo, se non fosse stato che avevamo una "missione" da compiere!




Raggiunto velocemente il centro, ci siamo subito buttati nella corrente della folla - in continuo aumento per tutto il giorno - e ci siamo lasciati trasportare nei sensi unici pedonali, soffermandoci ad osservare i tantissimi lavori esposti: copapan (oggetto-simbolo di questa edizione della fiera), cesti intrecciati, drappi, galletti (in dimensione variabile dal paio di cm ai quasi due metri), coltelli dai manici intagli, tatà e cornailles, sabot, grolle, coppe e piatti torniti, oggetti e sculture di tutti i tipi, dai più tradizionali ai più curiosi o alternativi ...
Insomma ce n'é davvero per tutti i gusti! Praticamente si può trovare qualsiasi cosa la fantasia possa suggerire di realizzare con il legno (ma anche in pietra ollare e ferro) ...
A ben cercare non mancano nemmeno certi greundzi esseri mitologici valdostani!




Certo la buona parte dei pezzi sono di qualità più o meno standard, ma qua e là emergono alcuni lavori di qualità nettamente superiore sia a livello tecnico sia come resa artistica ... 
E poi che ognuno cerchi di fare i propri buoni affari!












- gli splendidi animali-corteccia di Bruno Diemoz -


 


 



- "I Fisarmonicisti" di Roberto Pangallo -



 

 
- gli alpinisti d'antan di Massimo Clos -




- gli incredibili camosci di Giangiuseppe Barmasse  -


 



Dopo aver visto praticamente tutto, frastornati ed affamati, abbiamo avuto la fortuna di trovare anche un posticino tranquillo per sederci a pranzare (anche se erano già quasi le tre) come si deve con un buon bicchiere di Torrette ...




  - esibizione di Fleyé -


Poi, conclusi i nostri  debiti acquisti - senza tralasciare di fare tappa a L'artisanā - e decisamente stanchi, alla sera siamo rientrati alla nostra camera senza aver più nemmeno la forza per muoverci per un'eventuale cena.



Domenica mattina si sarebbe ancora più volentieri a letto, tanto più che ci siamo svegliati con  un cielo grigio e piovviginoso (ma sopra i 2500 era già neve!) ...
Purtroppo però, subito dopo colazione, abbiamo salutato il nostro garbato ospite e, seguendo i suoi consigli per concludere le nostre "spesucce" di prodotti enogastronomici e souvenirs per noi e per gli amici, alla fine ci siamo rimessi in strada per il nostro luuungo rientro a tappe ...


E intanto si fanno nuovi ALT(r)I sogni e progetti ...

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